AstraZeneca, a cinque mesi dalla sua approvazione, può essere considerato il vaccino “altalena” che come massimo comune divisore ha avuto (e ha tutt’oggi) la parola incoerenza. Sul siero i pareri sono sempre stati contrastanti, incoerenti e ingarbugliati, partendo dai vertici (Ema e Aifa) fino ad arrivare alle persone destinatarie del vaccino. AstraZeneca è stato il primo vaccino vettoriale messo in commercio, dopo l’approvazione di Pfizer e Moderna (sieri che lavorano sull’mRna) e dalla sua messa in commercio non c’è stata tregua.
Fin dai primi mesi i pareri sull’efficacia del vaccino, sugli effetti collaterali e – soprattutto – sull’età in cui poteva essere somministrato hanno fatto avanti e indietro, proprio come su un’altalena, mostrando incoerenza e donando sfiducia. È arrivato oggi il via libera, da parte dell’Aifa, che ammette la vaccinazione mista per gli Under 60. Di fatto chi ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca ora dovrà effettuare la seconda dose o con Pfizer o con Moderna. La domanda che tutti si pongono, però, è la seguente: sono stati effettuati dei test su questo mix di vaccini, o saremo noi le cavie?
Partendo da questa domanda e sottolineando che non siamo no-vax, andiamo ad osservare la cronistoria del vaccino AstraZeneca per mostrare quanto il parere dell’Ema, dell’AIFA, del CSS, del Ministero e degli esperti sia stato discordante.
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AstraZeneca: cronistoria vertiginosa di un vaccino
Il 29 gennaio 2021 il vaccino Vaxzevira di AstraZeneca è stato autorizzato dall’Ema ed il giorno successivo, il 30 gennaio dall’Aifa. Il 6 febbraio 2021 arrivano le prime 249 milioni di dosi AstraZeneca, per cui la stessa casa farmaceutica consigliava la somministrazione per gli over 60. Non passa molto però e arriva l’autorizzazione, il 6 febbraio, per poter somministrare il vaccino agli under 55.
Il 23 febbraio – a seguito del parere dell’Aifa e del Consiglio Superiore di Sanità – il Ministero della Salute sottolinea la possibilità di utilizzo del vaccino nella fascia compresa tra i 18 ed i 65 anni.
Neppure due settimane e Speranza cambia idea: l’8 marzo arriva il via libera per la somministrazione del siero agli over 65.
Nel frattempo la correlazione (presunta) tra il vaccino AstraZeneca e il rischio di trombosi arriva in Italia generando la cosiddetta ‘psicosi da vaccino’. Nuovamente vediamo un susseguirsi di incoerenza: l’11 marzo 2021 si sospende un lotto di AstraZeneca in 6 paesi e il 15 marzo, in Italia, arriva lo stop totale di AstraZeneca in tutta la penisola.
In 3 giorni però (il 18 marzo) si cambiano le carte in tavola, l’Ema infatti dichiara che “i benefici sono superiori ai rischi” e si riparte con AstraZeneca.
Il 7 aprile arriva un nuovo cambio di rotta e ci si allinea su una nuova raccomandazione: AstraZeneca uso preferenziale per gli Over 60. Dopo 10 giorni l’Aifa autorizza la vaccinazione per gli Under 60 ai volontari e, il 3 maggio, i generale Figliuolo valuta la somministrazione anche per gli Under 60. A fine mese l’Aifa rassicura tutti, “sì alla seconda dose con AstraZeneca” e nel Lazio si programmano i primi OpenDay. Il 10 giugno Camilla Canepa, una ragazza di 18 anni, finisce in ospedale dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca, il 12 giugno Camilla muore.
AstraZeneca: sì al mix dei vaccini ma non ci sono test
Da marzo ad oggi i pareri e le decisioni prese sulla somministrazione di AstraZeneca sono state incoerenti, inefficaci e soprattutto scorrette. Anche i virologi non si sono risparmiati dal cambiare idea; consideriamo, ad esempio, alcune delle affermazioni di Andrea Crisanti, diffuse successivamente sul web. Il 7 aprile ha dichiarato: “Alle donne e ai giovani consiglierei AstraZeneca senza dubbio“, l’8 aprile: “AstraZeneca in via preferenziale agli over 60? Allucinante, campagna vaccinale a rischio” e poi, qualche giorno fa, il 10 giugno: “Perché i vaccini sopra i 60 anni sono stati distribuiti ai giovani? Ma questa è la Repubblica delle Banane?”. Al di là delle affermazioni da palcoscenico, in cui si afferma e smentisce nell’arco di due giorni lo stesso argomento, oggi, una grandissima fetta della popolazione italiana si trova davanti l’ennesimo interrogativo.
Arriva 4 giorni fa lo stop al richiamo di AstraZeneca per gli under 60. E chi ha ricevuto la prima dose? Autorizzazione per ricevere la seconda dose con un vaccino diverso. Mesi fa, però, quando ci si recava nel centro vaccinale per ricevere AstraZeneca nel modulo da compilare si leggeva: “I vaccini Covid non sono intercambiabili, se hai ricevuto una prima dose di Covid-19 vaccine AstraZeneca, la seconda dose dovrà essere fatta con lo stesso vaccino”. Non si è parlato di raccomandazioni, di rischi, di cambi di programma o di libera scelta: era un obbligo, prima e seconda dose con lo stesso vaccino. Oggi però non importa più di quel che si è detto prima, cambiano i programmi.
La maggior parte degli italiani che hanno ricevuto la prima dose, oggi, si sentono delle cavie, c’è chi non vuole più vaccinarsi, chi preferisce restare con una singola dose e chi ha paura di effettuare la seconda. Ci sono giovani con i livelli di piastrine bassi e lividi sul corpo in balia di una seconda dose differente e di un altro cambio di programma imminente. Non si parla di fiducia scientifica ma di rispetto e coerenza che sono, purtroppo, mancate nella lunga cronistoria di AstraZeneca. Per quanto tempo ancora l’incoerenza sul vaccino AstraZeneca proseguirà?Quando otterremo una risposta chiara, scostante da quel pasticcio comunicativo che utilizza la politica italiana?