L’ultimo atto del caos intorno al vaccino AstraZeneca è compiuto. Ieri il Comitato Tecnico Scientifico ha espresso il parere sul siero a vettore virale stabilendo che dovrà essere somministrato soltano agli over 60. Anche chi ha già fatto la prima dose ed è sotto questo range d’età dovrà comunque fare il richiamo con Pfizer o Moderna, i due vaccini a mRna. Niente più “raccomandazioni” dunque ma un’obbligatorietà che dovrà essere ora ratificata tramite un’ordinanza dal Ministero della Salute.
AstraZeneca e seconde dosi: nel Lazio protestano i cittadini
E così dopo mesi di comunicazione schizofrenica attorno ad Astra Zeneca arriva l’ennesimo atto che rimescola ulteriormente le carte. Si tratta, a nostro avviso, di un grave passaggio che oltre a porre nuovi dubbi sulla campagna vaccinale rischia di mandare in tilt il sistema che fin qui in Italia stava funzionando davvero bene.
Sì perché in questi mesi, non avendo il Governo preso una posizione netta e valida sull’intero territorio Nazionale per il vaccino anglo svedese, le Regioni si sono mosse in ordine sparso organizzando massicce campagne volontarie proprio con AstraZeneca facendo registrare spesso il tutto esaurito.
Ora invece, di nuovo, sebbene di fronte ad una tragica notizia della morte della 18enne sulla quale è doveroso procedere con tutti gli accertamenti del caso, vengono cambiate ancora le regole “in corsa”. E a rimetterci è chi dovrà fare la seconda dose con AstraZeneca a cui verrà assegnato un vaccino di tipologia differente.
Preso d’assalto il post della Regione Lazio
Nel caso del Lazio la protesta “social” è scattata non appena si è diffusa la notizia. Sia sul portale Salute Lazio che sull’account della Regione si sono moltiplicati i commenti degli utenti che hanno manifestato tutta la loro contrarietà a fare la seconda dose con un vaccino a mRNA. C’è chi teme il “mix” in quanto “gli effetti di un interscambio dei sieri non sono stati ancora analizzati” e chi, spingendosi oltre, grida di non voler “diventare una cavia“. Altri, più semplicemente, chiedono di poter completare il ciclo vaccinale (peraltro come firmato al momento della prima dose) con AstraZeneca.
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A tal proposito citiamo un dato: nel quinto rapporto AIFA sui vaccini viene messo nero su bianco che nessun caso di trombosi (anche in sedi atipiche come quelle intracraniche) è stato segnalato dopo la seconda dose (per la prima resta il valore in linea col dato europeo 1 su 100.000, ndr). Peraltro le maggiori reazioni avverse, benché in percentuali minime e non gravi, continuano a registrarsi con Pfizer che è però il vaccino più usato.
La domanda sorge dunque spontanea: perché non dare facoltà a chi ha fatto la prima dose di AstraZeneca di completare il ciclo vaccinale e porre il divieto sulle nuove prime dosi under 60? Cosa accadrà alla campagna vaccinale se le persone – ancora è presto per dirlo – decideranno di non presentarsi al richiamo per avere un vaccino differente?