Una storia agghiacciante, di quelle che ricordano la triste vicenda di Willy Monteiro, il giovane morto a Colleferro perché picchiato brutalmente. Questa volta siamo alla periferia di Roma, tra Ostia e Acilia, e solo grazie a una maxi operazione della Polizia il branco di ragazzi è stato “stanato”. Sì, perché questa mattina gli agenti della Polizia di Stato del X Distretto Lido di Roma hanno emesso 6 Ordinanze di Custodia Cautelare in carcere emesse dal Tribunale di Roma – Sezione GIP, nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili di rapina in concorso, lesioni, sequestro di persona multiplo ed estorsione in danno di due stranieri residenti in Italia.
Sequestrano un ragazzo e lo pestano di botte ‘per divertimento’
Tutto ha avuto inizio nel corso di una rissa per futili motivi, avvenuta presso il Centro Commerciale Eschilo. A seguito dell’episodio violento, uno degli indagati, aiutato da alcuni amici del tutto estranei alla rissa e tutti con precedenti di polizia, ha organizzato una spedizione punitiva nei confronti degli avversari, riuscendo a rintracciarne due, un giovane giardiniere di 23 anni del Bangladesh, mingherlino, quasi indifeso e un suo amico, un pugile immigrato dalla Romania, che nella vita lavora come muratore.
Quest’ultimo ha difeso come meglio ha potuto il ragazzino del Bangladesh dai due italiani, che lo stavano aggredendo, poi sono arrivate le volanti della Polizia.
E’ in questo momento che i due della banda hanno raccontato ai poliziotti di essere stati loro aggrediti da un gruppo armato di extra comunitari, con tanto di spranghe ferrate e bastoni. Una versione che ha subito “cozzato” con le immagini delle telecamere di videosorveglianza, fotogrammi che non hanno fatto altro che smentire la loro tesi.
La banda si raduna e sequestra il ragazzo, poi deruba l’amico
Come se non bastasse, la banda pensa bene di radunarsi e di chiamare un amico del ragazzo del Bangladesh, per dargli un finto appuntamento. Il giovane va lì, convinto di trovare il suo conoscente, ma si sbaglia. Il ragazzo deve fare i conti, ancora una volta, con i sei giovani. Lo caricano in macchina, lo tengono sequestrato per un intero pomeriggio e lo picchiano senza pietà con una mazza ferrata e lo rapinano di una collana, con vessazioni e umiliazioni senza tregua. Una furia gratuita, una vera e propria gang armata che faceva tutto questo per “noia”, per “divertimento”. Tra risse nel weekend e poveri malcapitati brutalmente picchiati.
La banda ha di fatto sequestrato il ragazzo del Bangladesh per un intero pomeriggio (quello di domenica), poi lo hanno costretto a chiamare sempre per un finto appuntamento il suo amico pugile, quello che la sera prima lo aveva difeso. Lui è arrivato, portato in macchina, colpito a colpi di spranga con barra metallica e costretto a recarsi in un Postamat. Ma è qui che la “baby gang” ha capito che l’operaio immigrato non aveva soldi, non si poteva prelevare nulla.
E allora, non contenti, hanno deciso di recarsi a casa del ragazzo e di portargli via quello che lui, con i pochi soldi che aveva guadagnato, si era acquistato: un televisore, un cellulare, qualcosa da mangiare. Ma non per il valore in sé degli oggetti, solo per il “gusto” di prevaricare, di sentirsi superiori. Con la pretesa di avere sempre di più.
L’arresto
Le due vittime, dopo un pomeriggio intero di soprusi e vessazioni, sono state “abbandonate” lì e solo in quel momento i due ragazzi sono riusciti a chiedere aiuto, a chiamare le pattuglie della Polizia. Immediatamente sono partite le indagini, che questa mattina hanno portato all’arresto dei 6 ragazzi: Daniel Proietti (nato il 10 aprile, classe 1996), Davide Privitera (12 aprile, classe 1996), Mirko Proietti (cugino di Daniel, 28 settembre, classe 1995), Forniti Claudio (6 settembre, classe 1995), D’Ortenzio Victor (29 giugno, classe 1995) e una ragazza, Baiocchi Siria (nata il 21 dicembre del 1998).
Proprio lei, la più piccola, la fidanzata di Daniel Proietti e l’unica residente all’Eur, mentre tutti gli altri sono residenti nel X Municipio, pare avesse il controllo della situazione. Lei, con una capacità organizzativa – per gli spostamenti e i piani – superiore a quella dei suoi “amici”. I giovani – tutti già con precedenti per reati che vanno dalla detenzione ai fini di spaccio, lesioni, coltivazioni di cannabis – dovranno rispondere di sequestro di persona, rapina, estorsione, percosse. Uno di loro, Claudio Forniti, è stato catturato questa mattina in Abruzzo con la collaborazione dei Carabinieri dell’Aquila, ma a casa del giovane sul litorale è stato trovato anche un chilo di marijuana.
Gli agenti di Polizia, che hanno seguito il caso, sono convinti che il gruppo non abbia agito solo una volta. Ed è per questo che lanciano un appello alle altre eventuali vittime perché chi sa deve parlare, affinché non ricapitino più episodi del genere.