“Quando c’è una delibera di consiglio comunale o di giunta comunale, gli effetti in genere ricadono sui cittadini e le colpe od i meriti vengono assegnati agli amministratori, Sindaco, assessori e consiglieri comunali, quasi che le delibere si scrivessero da sole; la realtà è diversa, le delibere vengono predisposte e dotate dei pareri di regolarità tecnica e contabile dai dirigenti del Comune di Pomezia, i cittadini spesso lo sottovalutano e gli amministratori sono soggetti alle capacità od all’incapacità dei dirigenti.
Nella seduta del consiglio comunale di ieri abbiamo visto come le responsabilità in capo ai dirigenti emergono in tutta la reale drammaticità, il conto consuntivo adottato dalla giunta era nelle premesse considerato in stato di comune deficitario, diverso da quello posto nella delibera di approvazione in consiglio comunale, dove era considerato in maniera opposta, in stato di comune non deficitario ed il dirigente delle finanze si scusava dicendo che … “c’era stato un disguido di comunicazione” …..
Nella delibera successiva, quella di revoca della delibera commissariale 20/2013 ex Pettirosso proposta dal dirigente alle finanze, vediamo il dirigente urbanistica esprimere parere favorevole alla transazione proposta dal giudice di Velletri, e, basandosi su una propria precedente nota che stabiliva l’importo dovuto per il diritto di superficie in € 280,30 a mq. e nella volontà di andare incontro ad una soluzione (quanta bontà), ridurre a € 220 mq. per agevolare i cittadini vittime nella ben nota vicenda.
Le somme richieste invece sono avulse dalla realtà e senza alcun riferimento o collegamento con gli importi effettivi che venivano richiesti nel 1990. All’epoca, per esproprio e diritto di superficie circa venivano richieste lire 22.000 a mq (circa 11€ mq) alle cooperative edilizie nel comparto G-H: i dati sono facilmente verificabili.
Se il dirigente avesse voluto un dato certo e più recente, che poteva essere preso come riferimento, bastava guardare la vendita per housing sociale a tre cooperative edilizie avvenuta circa 4 anni fa (€ 47 mc, circa 140€ mq), ma questo non è evidentemente stato fatto, o non se ne è tenuto conto.
In poche parole i dirigenti propongono di deliberare la transazione così stabilita: tutti paghino € 220 mq per un totale di € 1.274.629,40 per far cessare ogni contenzioso con il Comune, €1.200.000 vengono presi dai notai e la rimanenza di € 74.629,40 la paghino i possessori degli appartamenti. Ma con quale contropartita per i cittadini in contenzioso? Non si capisce dalla delibera come venga assegnato loro il diritto di superficie, se non si fanno rivivere le concessioni edilizie annullate.
Se il dirigente che predispose nel 1999 la delibera di decadenza per inadempienze della immobiliare Pettirosso, a conoscenza del fatto che alcuni cittadini avevano acquistato appartamenti in quei residence, avesse precisato salvo i diritti di terzi, e se il dirigente che autorizzò, senza che ve ne fossero le condizioni, lo sblocco delle polizze fideiussorie fosse stato dalla parte del Comune, ora vedremmo un altro film.
Nessuno sforzo, poi, in merito alla sistemazione urbanistica: a tutt’oggi tutti parlano di abuso edilizio non sanabile, ma non risulta alcuna denuncia di violazione urbanistica.
I dirigenti capaci è giusto che percepiscano il premio di risultato (da € 15.000 circa ad € 25.000 circa all’anno). A Pomezia, a parere della commissione di valutazione dei dirigenti, abbiamo solo dirigenti capaci, tant’è che tutti gli anni hanno percepito il premio di risultato.
Una analisi più attenta invece ci dice cose diverse, cito un esempio analogo in campo urbanistico ma con decisioni diverse proposte dai dirigenti:
in adiacenza all’ex immobiliare Pettirosso, in via La Malfa 40, c’è un edificio realizzato con concessione edilizia 135/78 296/80 e 647/82, di circa 400 appartamenti costruito dallo Iacp con i soldi dello stato; lo scrivente, in data 10 maggio 2007, chiedeva al Sindaco di allora di verificare se lo Iacp avesse pagato gli oneri concessori dovuti. Da verifiche effettuate dal legale del comune si scopriva che lo Iacp pagò solo la prima rata, come hanno fatto nel tempo tanti furbi, anzi si scoprì che non esisteva alcuna convenzione firmata.
Il legale, quindi, richiedeva – in data 3/8/2007 – all’Ater, subentrato allo Iacp, la somma di € 14.204.326,85 per mancato pagamento di oneri concessori, imposta Ici ed interessi. L’Ater, invitato in data 3/10/2008 a firmare la convenzione previo pagamento delle somme dovute, impugnò la diffida al Tar Lazio il 27/11/2008.
Cosa ha fatto da allora il dirigente all’urbanistica? Ha revocato le concessioni edilizie? Ha tentato di incamerato a patrimonio comunale gli edifici come nel caso Pettirosso? No. E perché negli anni ha continuato ad incassare il premio di risultato? Cosa ha fatto il dirigente alle finanze? Ha iscritto a bilancio le somme dovute dallo Iacp? No. E perché due casi identici e due comportamenti diversi?
I dirigenti hanno responsabilità gestionali ed organizzative, agli amministratori spetta il compito di dare indirizzi e controllare. Talvolta gli errori degli amministratori sono figli dell’incapacità dei dirigenti: il più delle volte, specie nel passato, sono state scelte scellerate, realizzate con la complicità dei dirigenti all’uopo preposti.
Meditate gente, non sempre i fatti sono come vengono rappresentati e nessuno dei dirigenti è da considerare come il verbo!
Pietro Angellotto”