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AUTOSTRADA ROMA-LATINA, IL “NO” DEI COSTRUTTORI DEL LAZIO

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conf. Ance

La Roma-Latina “non si farà mai” o comunque non con i tempi e i finanziamenti che sono stati indicati. Ad affermarlo questa volta non sono i movimenti e le associazioni ambientaliste ma l’Associazione Costruttori edili del Lazio, l’Acer di Roma e l’Ance di Latina, che oggi hanno tenuto una conferenza stampa luglio al Residence Ripetta per illustrare i motivi della loro contrarietà all’autostrada e chiedono di utilizzare i 468 milioni di euro stanziati dal Cipe per mettere subito in sicurezza la Pontina e migliorare la viabilità da e per Roma.

«Come costruttori – ha dichiarato l’ingegner Stefano Petrucci, presidente di Ance Lazio – saremmo favorevoli all’opera in linea di principio ma date le condizioni odierne l’autostrada non si può fare. “Sono passati dieci anni da quando l’opera è stata inserita nella Legge Obiettivo, quasi tre anni dall’avviso di gara di Autostrade del Lazio con il quale si invitavano le imprese a prequalificarsi. Si registrano molti dubbi sul tracciato”.

Tutti questi elementi secondo l’Ance, anche alla luce di quello che sta emergendo sulle grandi opere come Mose e Expo, e senza dimenticare che nessuna delle grandi opere in corso ha rispettato i tempi, dovrebbero portare la Regione Lazio e soprattutto il governo nazionale a ripensare l’opera. I tempi sono molto stretti: il 15 aprile sono state inviate le lettere per la gara alle imprese prequalificate, che entro il 16 settembre devono presentare l’offerta. Ci sono dei margini per ritirare il bando?

L’ing. Petrucci sostiene che l’Ance conta molto sul cambiamento politico in atto (i.e. l’arrivo di Matteo Renzi) che ha creato le condizioni affinché si possa abbandonare il faraonico progetto e far partire subito i cantieri della messa in sicurezza. «Il presidente Renzi può sospendere la gara in autotutela, trasformare il progetto in 10 lotti da 50 milioni l’uno e nel giro di sei mesi si possono far partire le gare per terminare i lavori al massimo entro il 2018», ha detto Petrucci.  Il progetto alternativo Ance è stato comunicato con una lettera sia al presidente del Consiglio che al presidente Zingaretti.

Non è stato detto espressamente ma i costanti richiami dei relatori a Mose ed Expo farebbero pensare a possibili infiltrazioni del malaffare, come è venuto alla luce nella gran parte delle opere pubbliche, dove i costi sono lievitati a causa dei ritardi, le banche che hanno investito non rientrano dei capitali e non hanno soldi per il credito.

Il presidente dell’Acer (costruttori romani) Edoardo Bianchi ha ribadito che «ad aprile 2015 non ci sarà nessun inizio dei lavori» a differenza di quanto annunciato dal commissario di Autostrade del Lazio ing. Vincenzo Pozzi, e « non ci sono i presupporti affinché la procedura vada a gara».

Credono in una decisione del governo i responsabili dell’Ance, e che ci siano dei ripensamenti è dimostraro dal fatto che la Federlazio e soprattutto la Lega della Cooperative hanno firmato la lettera inviata a Zingaretti. Bianchi comunica anche che l’associazione costruttori ha inviato un esposto alla nuova autorità di Raffaele Cantone.

Il Presidente di Ance Latina (altro capoluogo di Provincia interessato dall’opera), Davide Palazzo ha illustrato il progetto alternativo, avendo come esperienz quella del Gra:

«Se si destineranno le risorse del Cipe per la messa in sicurezza dell’attuale tracciato sarà possibile utilizzarle pe sostenere il tessuto imprenditoriale e favorire nuova occupazione. Abbiamo stimato che sul piano economico e per il settore delle costruzioni questa soluzione potrà determinare un aumento del valore del mercato regionale dei lavori pubblici, nel biennio 2016- 2017, del 20,3 per cento rispetto al 2013, con la creazione di oltre 6500 nuovi posti di lavoro pari al 7 per cento dell’attuale forza lavoro del settore a livello regionale».

Se il presidente del consiglio cambia rotta ne beneficeranno gli espropriati delle case e delle aziende, gli imprenditori del settore e i lavoratori. Ma se così dev’essere non basterà una conferenza stampa se non vengono coinvolti i partiti, i sindacati e i lavoratori nel progetto alternativo.

Rosanna Impiccini

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