Con l’arrivo della bella stagione e soprattutto dei buoni risultati raggiunti con la campagna vaccinale torna a farsi largo l’ipotesi di zone bianche nel territorio nazionale.
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Attualmente l’Italia è tutta in zona gialla ma i riflettori sono tutti puntati su quelle regioni che potrebbero passare in zona bianca, colore che indica un esiguo numero di restrizioni. In quest’ultimo caso non ci sarebbe più alcun coprifuoco, potrebbero riaprire le sale giochi, le piscine al coperto, i parchi divertimento e si potrebbero festeggiare matrimoni e cerimonie senza aspetare le date stabilite dal decreto riaperture. Va tuttavia ricordato che una regione diventa zona bianca solo se ha un’incidenza sotto i 5O casi per 100mila abitanti per tre settimane consecutive. La scelta di quali regioni entreranno in zona bianca dipenderà dai consueti monitoraggi dell’Iss. È tuttavia possibile, sulla base dei dati attuali capire quali saranno le prossime regioni italiane a diventare zona bianca.
Quali le regioni in zona bianca?
Le prime regioni che entreranno in zona bianca o partire da lunedì 31 maggio o martedi 1 giugno saranno la Sardegna, il Molise e il Friuli Venezia Giulia. Seguono a poca distanza, con un’incidenza infatti di poco superiore ai 50 casi l’ Abbruzzo, la Liguria, il Veneto e l’Umbria. Dal 14 giugno dovrebbero invece passare in zona bianca anche il Trentino, la Lombardia, l’Emilia Romagna il Lazio e forse il Piemonte. Più lontane dalla zona bianca che potrebbero raggiungere tra il 21 ed il 28 giugno, sempre secondo i dati attuali, sono la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Puglia, la Valle D’Aosta e la Toscana. Non è infine escluso che se la curva epidemiologica continuerà a scendere a partire dalla fine di giugno tutte le regioni potranno diventare bianche.
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Le regole della zona bianca
Il tanto ambito passaggio alla zona bianca è legato al fatto che in questa fascia di colore le restrizioni da seguire sono nettamente minori rispetto o quasi inesistenti. In zona bianca infatti non è previsto alcun coprifuoco e tutte le attività rimaste chiuse fino a questo momento potranno ripartire senza dover rispettare le linee guida del decreto legge dello scorso 18 maggio.
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