Si è appena varato un nuovo decreto ma nel calendario delle riaperture non è prevista una data per le discoteche. Uniche attività per cui non è stata stabilita ancora un giorno che cambi le sorti di un settore “abbandonato” a causa della pandemia. Nel nuovo decreto c’è spazio per il coprifuoco, per la riapertura interna dei locali, per le palestre e centri commerciali ma nessuna parola in merito alle sale da ballo: che sia all’aperto o al chiuso.
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Discoteche ancora chiuse: la rabbia delle disuguaglianze
I gestori delle discoteche sono infuriati, così come i lavoratori del mondo musicale e tanti giovani che non capiscono come mai non siano state inserite nel nuovo decreto. Se c’è spazio per tutte le attività non si capisce perché – invece – le discoteche vengano sempre penalizzate. “Basta essere trattati come untori. Riapre tutto fuorché le discoteche, è una cosa vergognosa e intollerabile” ha dichiarato Gianni Indinio, presidente Silb. La Lega però si fa portatrice di “buone speranze” dichiarando che laveranno per anticipare le ripartenza: purtroppo le promesse non bastano più.
Un settore gravato duramente dalla pandemia, impossibilitato a rimettersi in carreggiata e per cui sembra non esistere – almeno per il Governo italiano – possibilità di apertura. Negli altri Paesi europei però non è così e non si capisce perché l’Italia sia un passo indietro su questo fronte. “Mi vergogno di vivere in un Paese che non tiene nella giusta considerazione tutti i lavoratori e tutte le imprese nello stesso modo. Noi abbiamo sempre voluto cercare una soluzione condivisa ma così non ci viene data nemmeno una speranza” conclude Indino.