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POMEZIA: POLEMICHE PER LA MENSA, LA RISPOSTA DEL SINDACO FUCCI
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Risponde alle polemiche ed agli attacchi arrivati in merito alla decisione di adottare menù differenziati per la mensa scolastica attraverso un post sul suo profilo Facebook, il sindaco Fabio Fucci. “E’ bella la campagna elettorale – si legge nella bacheca del Primo Cittadino, che prende l’argomento molto alla larga – Ne ho vissute 4. La prima, nel 2011, per le elezioni comunali in cui ero candidato sindaco per il M5S. Fui eletto consigliere comunale. Poi sono arrivate, nel 2013, quella per le regionali del Lazio e per il rinnovo del Parlamento. Poi, ancora nel 2013, di nuovo le comunali in cui sono stato eletto sindaco della Città di Pomezia”. “E’ bella la campagna elettorale – prosegue il sindaco – perché a noi del M5S ha dato la possibilità di parlare con centinaia di persone, chiedere il loro contributo per comporre il programma elettorale, spiegare il nostro metodo di lavoro, di partecipazione. E’ bella la campagna elettorale perché a noi del M5S dà modo di spiegare alle persone le idee su cui ci confrontiamo. E’ bella la campagna elettorale nell’adrenalina che ti lascia in corpo appena finisce un dibattito pubblico con gli antagonisti, a rispondere alle domande dei giornalisti, delle persone. E’ bella la campagna elettorale perché la vivi anche se continui a fare il tuo lavoro di sindaco di una città importante come Pomezia”. Ma poi arriva al dunque. “Al Senato, evidentemente in carenza di attività, l’argomento del giorno, “di attualità”, sembra essere diventato il servizio di refezione scolastica della Città di Pomezia, come dimostrano le dichiarazioni dei senatori del PD Ranucci e Fedeli. Attualità? I solerti senatori del PD scoprono OGGI un provvedimento che abbiamo deliberato in consiglio comunale il 27 dicembre 2013. Si, avete letto bene, il 27 dicembre 2013. Tramite la delibera n. 77 del 2013, in consiglio comunale abbiamo inteso dettare le linee di “indirizzo per la gestione del servizio di ristorazione scolastica”. Tra questi indirizzi era contenuto: “erogare due diverse tipologie di menù ove, sempre nel rispetto per entrambe delle Linee di Indirizzo Nazionale per la Ristorazione Scolastica, una delle due preveda una riduzione delle portate e, conseguentemente, si abbiano due diverse fasce di prezzo; nell’importo definito a base d’asta per singolo pasto il prezzo più alto dei due dovrà essere inferiore a quello oggi riconosciuto alla Ditta attualmente affidataria del servizio, mentre il più basso sarà obbligatoriamente del 10% in meno dell’altro”. Circa un mese fa, gli indirizzi del Consiglio Comunale si sono concretizzati in un capitolato d’appalto e sono sfociati in un bando di gara per affidare il servizio di refezione scolastica a nuovi soggetti a partire già dal prossimo anno scolastico. L’idea del menù differenziato l’abbiamo ricevuta da alcuni rappresentanti di genitori che abbiamo incontrato ripetutamente nel corso dell’estate 2013. L’idea originaria parlava di menù con quantità differenziate di cibo. Ovviamente non poteva essere ricevuta integralmente ma, recependone lo spirito, abbiamo pensato di mitigarla per rispondere da una parte all’esigenza di erogare un menu “leggero” anche nel prezzo, dall’altra che non creasse discriminazione nei confronti dei bambini. Da qui l’idea del dolce a merenda. A mensa, tutti i bambini mangeranno le stesse portate, nelle stesse quantità, anche quelli che usufruiscono del menu, per così dire, ridotto. E’ salvaguardato il fine educativo del pasto, è salvaguardata l’uguaglianza di ciascun bambino nel consumare il pasto a mensa. Il dolce presente nel solo menu completo, potrà essere distribuito a merenda e viene garantita la possibilità di portarlo da casa a coloro che usufruiscono del menu “ridotto”, cosa che peraltro già oggi avviene frequentemente”. Per il sindaco, dunque, “Il nuovo servizio di refezione scolastica consente quindi alle famiglie di scegliere. Scegliere liberamente tra due tipologie di menu con prezzi differenti. La libertà di scegliere non è discriminazione. Cosa è la campagna elettorale del PD? E’ accorgersi di un provvedimento dopo mesi dalla sua approvazione e dopo un mese dalla sua pubblicazione. Se non è “tempismo a scopo elettorale” questo, voi come lo definireste?”.