L’Italia è quasi tutta tinta di ‘giallo’ da meno di una settimana e, seppur con prudenza e gradualmente, il Paese sta ripartendo. Nelle Regioni/Province autonome dove i dati sono da zona gialla hanno riaperto bar e ristoranti sia a pranzo che a cena (ma solo con tavoli all’aperto), cinema, teatri, musei, spettacolo all’outdoor ed è stato dato il via libera agli spostamenti. Ma se da una parte ad alcune attività è stato dato “respiro”, dall’altra ci sono dei punti fermi, o che almeno lo saranno in questa fase iniziale. Al centro di tante polemiche, tra petizioni lanciate per abolirlo e pareri contrastanti, c’è il coprifuoco, l’obbligo di far rientro a casa alle 22. Ma fino a quando sarà così? E’ questo quello che si chiedono in tanti, soprattutto ora che si avvicina la bella stagione e un orario così ridotto potrebbe penalizzare ancora di più l’intero settore del turismo (e non solo).
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Coprifuoco alle 23, quando entra in vigore il nuovo orario?
14 maggio. E’ questa la data importante da segnare sul calendario perché proprio quel giorno, a metà del mese, probabilmente ci sarà una verifica decisiva e si capirà se il coprifuoco verrà prolungato o addirittura abolito come chiede la Lega. Bisognerà tenere in considerazione sì l’andamento della curva epidemiologica, ma anche la campagna di vaccinazione. Un elemento fondamentale che, come ha spesso ribadito il Premier Draghi, va di pari passo con le aperture e gli eventuali allentamenti.
E’ bene specificare, però, che quella del 14 maggio resta solo un’ipotesi perché tutto potrebbe cambiare per il coprifuoco anche il 21 o il 29 dello stesso mese, subito dopo il monitoraggio del venerdì degli esperti di cabina di regia. Ma se da una parte c’è chi come la Lega ha lanciato una petizione, ha raccolto delle firme e ha chiesto l’abolizione dell’obbligo di rientrare a casa alle 22, dall’altra il Governo sembra voler proseguire sulla linea della prudenza. Molto probabilmente, il coprifuoco verrà prolungato (almeno per il mese di maggio) alle 23 o alle 24 per consentire ai ristoranti, nel secondo caso, di poter lavorare fino alle 23-23/30. Difficile che questa restrizione venga abolita: per questo, forse, si dovrà aspettare giugno o addirittura il mese di luglio. Quello che è certo è che bisognerà tenere sotto controllo i contagi, vedere come sarà l’impatto delle riaperture sulla curva epidemiologica e poi, agire di conseguenza.