Disabili e attività estive, tornano i problemi ad Ardea. A parlarne Barbara Tamanti, madre di una bambina con sindrome di down ed attiva politicamente sul territorio. “Ogni primavera, come di rito, le famiglie cominciano a chiedersi cosa ci riserverà quest’anno il servizio sociale, che ormai da tempo non promuove nessuna iniziativa relativa a centri estivi per l’accoglienza dei diversamente abili. Così come ogni volta, le mamme lavoratrici sanno che i loro stipendi – ed oltre in alcuni casi – andranno completamente a un centro e all’assistente che affiancherà il proprio figlio. Sì, perché di centri estivi ce ne sono – a pagamento – ma questi ragazzi a differenza degli altri necessitano di una persona che li affianchi per tutte le ore di permanenza al centro estivo”, ha dichiarato la Tamanti.
“Da anni – prosegue Barbara Tamanti – chiediamo un sostegno al Comune, che sappiamo non essere in grado di organizzare iniziative come una volta: ma almeno che si forniscano le assistenti per gli affiancamenti! Il centro potrebbe essere a carico delle famiglie, ma se si aggiunge il costo di un assistente privato, si comprende bene che la cifra diventa davvero impegnativa per la maggior parte delle famiglie in questione. Mentre con un piccolo sforzo da parte dell’Amministrazione, magari risparmiando su altro, si potrebbe organizzare la presenza di assistenti educativi per l’inclusione dei ragazzi disabili, come avviene in altri Comuni. Ricordando la ratifica della convenzione ONU sui diritti della persona disabile, a cui Ardea ha aderito con entusiasmo, ci chiediamo: sapete bene cosa avete ratificato in consiglio comunale, sotto la guida dell’allora sindaco Eufemi? Tale convenzione prevede progetti atti al rispetto e all’incoraggiamento all’inclusione dei cittadini disabili residenti ad Ardea, facilitazione nei trasporti per motivi di salute, di studio per la vita sociale e sportiva: purtroppo occorre far presente che il disabile resta tale per dodici mesi l’anno”.
Matteo Acitelli