Oggi, lunedì 12 aprile, l’Italia si è svegliata meno rossa e decisamente più arancione. Le uniche 4 regioni a vivere ancora nelle restrizioni più rigide sono la Val D’Aosta, la Campania, la Puglia e la Sardegna: tutte le altre sono tinte di arancione. Come sappiamo, fino al 30 aprile, la zona gialla non sarà concessa a nessuno: nonostante l’indice Rt. E così anche in zona arancione, nonostante qualche concessione in più, gli italiani continuano a chiedere delle riaperture.
Roberto Speranza, il Ministro della Salute, risponde sottolineando la scelta di un “Agire con cautela e gradualmente, senza bruciare le tappe”.
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Scuole aperte: 6 milioni di studenti e dubbi sulla riapertura
L’unica cosa certa fin ora sul tema delle riaperture è stata la scuola: la prima a ripartire, anche in zona rossa. Classi aperte e banchi occupati: Draghi, nella sua ultima conferenza stampa, ha ribadito la necessità di garantire continuità agli studenti e così è stato.
Considerando che anche in zona rossa si torna in presenza (fino alla prima media) nelle classi ci saranno circa 6 milioni e mezzo di studenti – secondo il portale Tuttoscuola. La scuola è stato un tema caldissimo di questa pandemia: si è sempre lavorato per garantire sicurezza in classe tuttavia spesso e volentieri ci si è dimenticati del tragitto e del dopo scuola. Solo nel Lazio, un blitz dei Nas ha rivelato una presenza incredula di tracce di Virus a bordo dei mezzi pubblici; a bordo perché il Covid è stato rilevato sulle maniglie, sui poggiatesta e sui pulsanti per chiamare la fermata.
Il Ministro Speranza, si pronuncia anche su questo tema: «Con grande franchezza, dico che siamo consapevoli dell’elemento di rischio con l’aumento dei movimenti, ma il governo ha fatto una scelta che difendo con forza. Grazie alle misure adottate nel mese di marzo e in queste 2 settimane, abbiamo accumulato un piccolo tesoretto e abbiamo deciso, a due mesi dalla fine dell’anno scolastico, di investirlo sulla scuola come architrave della società italiana che ha pagato un presso altissimo»