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I ristori? Arrivano dai ‘nonni’: da Roma la commovente storia di una barista e di una cliente speciale

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Il Coronavirus, questa terribile malattia che da oltre un anno si è insinuata nelle nostre vite, ci ha resi da una parte tutti uguali. Dall’altra, ha solo contribuito ad accentuare le diversità sul piano economico. Perché se è vero che ci ha ricordato un po’ la livella di Totò: siamo tutti uguali, indipendentemente dal lavoro e dal successo il virus non fa (e non ha fatto distinzioni), è altrettanto vero che la crisi economica ha colpito tutti, mettendo in ginocchio intere famiglie che già prima faticavano ad andare avanti. 

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E nella lunga battaglia, tra aperture e chiusure a singhiozzi, ristori insufficienti, quell’andrà tutto bene di un anno fa sta lasciando spazio, sempre di più, a un clima di sfiducia, di totale disillusione. Si chiedono ripetutamente sacrifici a chi i sacrifici li ha fatti una vita intera. A chi ha messo in piedi un’attività, a chi con coraggio ha realizzato un sogno. Agli stessi che ora sono stanchi e chiedono solo di poter lavorare, perché dietro ogni attività non c’è solo una vetrina. Ma intere famiglie. E gli italiani, in più di anno, hanno dimostrato di riuscire ad andare avanti e nella difficoltà aiutare chi è nella stessa condizione, se non addirittura peggio.

La storia di solidarietà che arriva da Roma

Tante le storie di solidarietà che abbiamo raccontato anche noi, l’ultima arriva da Roma. Dal bar Taisa e Friends che ha deciso di far pagare il caffè 50 centesimi a tutti i “nonnini e le nonnine”. 

“Oggi è successo un episodio troppo tenero, ma anche triste – racconta la titolare del bar su Facebook. Una dolce nonnina che non conoscevo e che era la prima volta che entrava nel mio bar voleva un caffè, ma aveva solo 50 centesimi. Io le ho detto “cara nonnina, non me lo deve pagare, glielo regalo”. E lei ha risposto: “Voi state in difficoltà più di me, non è giusto che io non paghi il mio caffè, le posso dare i miei 50 centesimi, così la mia parte d’aiuto per te bella nipotina l’ho fatta”. E io commossa: “Li accetto e grazie del suo gesto”. Persone buone e con l’anima pura e dolce esistono ancora. Vorrei aggiungere due cose: anche se stiamo in difficoltà ed è dura non smettiamo mai di essere buoni e aiutare gli altri con poco, ma che per loro è tanto. In questi giorni ho trovato davvero tante persone che mi stanno aiutando con piccoli gesti che io apprezzo tanto e mi danno la forza di non mollare. Grazie a tutti”. 

E’ vero a volte basta poco e aiutare chi è in difficoltà ci rende migliori. Con la speranza, però, che gli aiuti – quelli concreti – arrivino dal Governo. Perché gli italiani hanno bisogno di certezze per poter credere che, forse, alla fine del tunnel ci sarà davvero la luce. 

 

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