Ha un’energia dirompente e l’anima a fior di pelle Antonella Ponziani, pluripremiata attrice con una lunga carriera cinematografica, regista e musa di Fellini. Ultimamente ha ricevuto il premio come ‘best actress in a leading role’ presso il Mirabilia International Film Awards per il corto ‘My Dolly’ per la regia di Fabio Schifino e il ‘Fellini Award’, presso il Festival di Civitavecchia ideato da Piero Pacchiarotti. Oggi la abbiamo incontrata per rivolgerle alcune domande.
L’artista e la sensibilità per colorare la vita
Parla di sé, di arte e di cinema, con quella ‘urgenza creativa’ degli artisti, analizzando fatti e sensazioni. Si sente che ‘vive’, Antonella, “chi ama la vita e l’arte ha bisogno di lucidità”, disse quando girò il cortometraggio sulla droga, “per questo non amo le sostanze stupefacenti. Bisogna quindi uccidere sul nascere la dipendenza da tutto ciò che potrebbe farci del male, anche i rapporti che ci danneggiano“.
A proposito dell’artista, Antonella Ponziani dice: “l’artista è una persona che ha scelto questo mestiere perché non può farne a meno”, “per colorare la vita”, dice adesso, “perché non si può fare altro che essere creativi, a costo di qualsiasi sforzo”.
Una vocazione innata, quella dell’attrice
Non la ferma comunque la pandemia, “sono attenta, rispetto le regole anti Covid, tutelo la mia Mamma”, dice l’attrice, “ma io ho lo spirito alto, e poi il lavoro nobilita l’uomo”. E ha lavorato sempre, Antonella Ponziani, con le idee chiare sin da quando, ragazzina, si concentrò con determinazione sull’obiettivo di diventare un’attrice.
Da Londra a Fellini e al Nastro d’Argento
Un inizio precoce di carriera dopo un soggiorno londinese passato a studiare per recitare, poi Federico Fellini la sceglie per ‘Intervista’. Antonella ha poi interpretato numerosi film.
Vastissima è infatti la cinematografia che la vede protagonista accanto ai registi più famosi, da ‘La Bonne’ di Salvatore Samperi a ‘Soldati – 365 all’alba’ con Marco Risi, ‘Cari fottutissimi amici’ di Monicelli, con Paolo Villaggio, ‘Ferie d’agosto’ di Paolo Virzì ed un ulteriore elenco nutrito.
Antonella Ponziani però ha fatto anche molta televisione, celebre la fiction ‘Il bello delle donne’, ha lavorato con i fratelli Taviani e ha diretto svariati cortometraggi.
Antonella Ponziani, i premi
L’attrice ha conquistato un David di Donatello e un Nastro d’Argento, A settembre 2020 ha ritirato il premio ‘Federico Fellini Award’ presso L’International Tour Film Festival di Civitavecchia, Festival giunto alla sua nona edizione e dedicato in quella occasione al Maestro riminese, con una rassegna di eventi intitolata “Cento volte Fellini”, ideato da Piero Pacchiarotti.
E’ inoltre stata premiata presso il Mirabilia International Film Awards come ‘miglior attrice protagonista’ in ‘My Dolly’, il cortometraggio per la regia di Fabio Schifino, fotografo e documentarista.
‘My Dolly’, contro la violenza sulle donne
Smuovere le coscienze degli esseri umani
Il corto ‘My Dolly’ – diretto e prodotto da Fabio Schifino e coprodotto da Pietro Angelo Siri Pozzato – ha lo scopo di permettere di uscire dalle paure della vita trasformandole in coraggio; smuovere dunque le coscienze degli esseri umani. Trovando una differente chiave di lettura degli eventi, seppur negativi, della vita, si pone in essere un salvifico cambiamento.
Il ‘bambolaio’
In una atmosfera sospesa tra sogno e realtà, l’attrice veste i panni di una donna che subisce gli abusi di un marito violento. In seguito all’ennesima lite, però, la protagonista, trasformata in una bambola dall’immaginazione della sua bambina, viene tratta in salvo dalla figura catartica e metaforica di un cambiamento – per tutti possibile- del ‘bambolaio’, riparatore di bambole spezzate.
Il coraggio di denunciare gli abusi
La bimba trova quindi la forza di instillare nella madre il coraggio di affrancarsi da una relazione malata. Denunciando le violenze subite, la donna troverà la salvezza.
Al progetto hanno preso parte inoltre il direttore della fotografia Sebastiano Nino Celeste, la rivelazione Giulia Roberto, Pietro Angelo Siri Pozzato, nel ruolo del Bambolaio, Gianni Franco, Massimiliano Dau, Elena Tommasi Ferroni, il montatore Federico Greco, la costumista Paola Nazzaro. Il cortometraggio è stato realizzato ad Ostia e a Roma
ed è prodotto da APcineproduction. Ha ispirato il videoclip “Cappellaio matto” del cantautore Eugenio Picchiani.
Il bisogno di ‘creare’
“ho dovuto improvvisare per interpretare la bambola”, dice Antonella Ponziani con la sua voce che ricorda quella di Monica Vitti. “Ogni volta mi connetto al mio spirito creativo, io sono una che dipinge, disegna. Suono il pianoforte, perché la mia anima ha bisogno di creare”, esclama.
“My Dolly rappresenta l’assoluta necessità di salvarci dalle relazioni pericolose”– sostiene Antonella – “quelle che magari si svolgono tra le mura casalinghe, il luogo nel quale bisognerebbe sentirsi protette, a livello fisico e psicologico. Spesso proprio la casa invece è teatro di violenza; ci si ripromette di non cadere nel tranello di giustificare le avvisaglie di alcuni comportamenti brutali e invece si finisce in balìa dei soprusi di un uomo violento”.
Antonella Ponziani e le donne, ‘Ai primi segnali scappate!’
Antonella ha molto a cuore i rapporti umani e le loro dinamiche, che le donne tendono spesso a vivere con totale abnegazione. Ci parla di “quanto bene vogliono le donne”, di quanto si fidino del loro inconscio e di come sia pericoloso fare compromessi, restando vittime di un rapporto malsano. “Le donne sono donne. Sono madri. Sono forti. Questa è la verità”.
Le donne amano, dunque, e quando amano tendono a perdonare, ma come in “My Dolly” spesso a pagare per gli errori di una relazione sbagliata sono i figli. “La frase chiave è dunque ‘Ai primi segnali scappate!’.
Il Cinema Italiano
Alla domanda sulla qualità del nostro cinema italiano odierno, Antonella esprime grande apprezzamento: “tutti i nostri registi sono bravi e anche gli attori italiani. Alessandro Gassman che conosco bene, Massimiliano Bruno, Gianmarco Tognazzi. Il nostro cinema ha fatto un grosso salto di qualità. Certo l’America ha una fortissima industria cinematografica per l’abbondanza di risorse economiche e i film d’autore sono geniali. Ma noi italiani non siamo mai scontati.
Un film americano che rivedo sempre volentieri è Magnolia. Amo i film di Woody Allen e del grande Spielberg. Quentin Tarantino è bravissimo, certo, ma la tendenza alla violenza, tipicamente americana, non mi appassiona.”
Antonella Ponziani e Federico Fellini
L’attrice è la musa del grande Fellini. Decennale fu la loro amicizia e com’è naturale una personalità così carismatica come quella del Maestro incuteva una certa timidezza nell’allora giovanissima attrice. “Di lui ricordo che mi considerava sua amica. Era di rara intelligenza e la sua magia mi avvolgeva. Con la maturità di oggi avrei saputo godermi di più l’amicizia con Federico”, dice.
Aprirsi al nuovo
L’assonanza della voce di Antonella con quella di Monica Vitti reca il desiderio, ci dice l’attrice, di volersi dedicare a ruoli più leggeri, dotati di una vena ironica, la stessa che caratterizzava la Vitti e che metteva allegria anche quando le succedevano cose tristi. “Ho sempre interpretato ruoli drammatici, sarebbe meraviglioso per me se si aprisse il varco per una nuova mia ‘corrente comica’”.
“Il presente è ciò che conta” cit- Il film in cantiere
Attualmente Antonella sta girando “Il freddo di marzo”, per la regia di Mario Spinocchio, di cui lei stessa ha firmato la sceneggiatura insieme al regista e Salvo Saverio D’Angelo. La produzione è a cura di Today Entertainment di Fabio Saccuzzo, in collaborazione con Claudio Bucci. Il film è patrocinato dal Miur.
A Francesca Piggianelli, Presidente di Romarteventi, Direttore di Romavideclip e amica di sempre, vanno i saluti ed i ringraziamenti di Antonella Ponziani.