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SIGMA TAU, I LAVORATORI FANNO RICORSO AL TAR CONTRO LA CASSA INTEGRAZIONE

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa da parte dei lavoratori Sigma Tau in cassa integrazione ormai da oltre due anni.

“I lavoratori della Sigma-Tau, sospesi da 25 mesi consecutivi in CIGS, hanno depositato il ricorso al TAR di Roma avverso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per il decreto di concessione della CIGS per l’anno 2013.

Sembrava essere calato il silenzio sulla vicenda della Sigma-Tau, che ha suscitato l’interesse dei media all’inizio del 2012 per quella “crisi” dichiarata e non dimostrata dell’azienda, che ha sospeso in CIGS quasi seicento lavoratori. Ma la vicenda non è affatto conclusa, anzi: i lavoratori hanno continuato con perseveranza nel voler dimostrare che la “crisi” dichiarata dall’azienda lascia trasparire troppe incongruenze per essere credibile.Infatti, già all’inizio del 2012, appena l’azienda dichiara la crisi, si costituisce spontaneamente il “Comitato per la tutela della rete di informazione medicoscientifica sigma-tau”, che raccoglie 210 tra Informatori Scientifici del Farmaco, Area Manager, impiegati e quadri amministrativi sospesi in CIGS dalla Sigma-Tau. Il loro scopo è di offrire sostegno legale ai propri iscritti per la difesa della dignità e della professionalità dei lavoratori in CIGS: da subito viene impugnata la CIGS e tuttora sono in corso oltre 150 vertenze legali su tutto il territorio italiano. Negli ultimi 25 mesi il Comitato, sulla base di fatti e vicende ben documentati, ha presentato al MLPS e alla Direzione Territoriale del Lavoro di Roma diverse istanze di riesame dell’approvazione della Cassa Integrazione concessa per crisi nel 2012. Inoltre, sono state presentate ripetute diffide a non approvare il nuovo programma di CIGS 2013-2015 per pretesa “riorganizzazione”, nonché ad avviare ogni iniziativa per verificare la sussistenza di tutti i presupposti addotti a fondamento della richiesta. Il 18 aprile 2013 il Comitato ha presentato anche un esposto in circa 20 Procure della Repubblica Italiana, distribuite su tutto il territorio nazionale, esponendo i fatti e chiedendo di accertare l’esistenza di eventuali reati e di comportamenti penalmente rilevanti. Soltanto nel dicembre 2013, dodici mesi dopo la richiesta avanzata dall’azienda, il Ministero del Lavoro ha concesso altri due semestri di CIGS, sempre per gli stessi lavoratori, già sospesi a zero ore e senza rotazione. Ma, forse, ai verificatori della Direzione Territoriale del Lavoro, durante le ispezioni effettuate in Sigma-Tau alla presenza della RSU, sono sfuggiti o non hanno dato alcuna rilevanza ai fatti evidenziati e descritti non solo dal Comitato, ma anche in varie interpellanze al Parlamento e al Senato, nonché le diffide alla Regione Lazio e al Ministero del Lavoro. O, forse, qualche dubbio l’avranno pur avuto, visto che tra la presentazione della richiesta e quest’ultimo decreto di concessione sono passati ben dodici mesi. A ben guardare, insomma, sembrerebbe evidenziarsi un duplice illecito, dapprima nei confronti dell’INPS da parte di un’azienda privata, ed in secondo luogo nei confronti dei lavoratori cassintegrati: abuso e indebita percezione di un ammortizzatore sociale che non potrebbe (dovrebbe) essere utilizzato nel caso specifico, abuso che fa sì, tra l’altro, che i lavoratori restino in questa posizione per 3 anni consecutivi, invece di essere aiutati realmente a trovare una nuova occupazione. Da qui, la decisione degli iscritti al Comitato di proporre ricorso al TAR del Lazio contro i decreti ministeriali, nella speranza che il Tribunale Amministrativo possa verificare se le richieste da parte di Sigma-Tau e le successive concessioni degli ammortizzatori sociali non possano e non debbano essere semplicemente considerati una tempestiva difesa del reddito dei lavoratori, come in effetti dovrebbero essere, ma viceversa una conveniente strumentalizzazione da parte di un’azienda privata, che in tal modo può così scaricare sullo Stato i costi di un licenziamento collettivo.Insomma, questa condotta di Sigma-Tau nei confronti dei lavoratori sospesi in CIGS, alla fine, seppur avallata dal Ministero del Lavoro, sembrerebbe configurarsi semplicemente come una menzogna, cioè nella finzione dell’esistenza di un posto di lavoro che, per alcuni lavoratori, non ci deve più essere”.

Ufficio stampa del Comitato per la tutela della rete di informazione medico scientifica sigma-tau

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