La Regione Lazio è in zona rossa dal 15 marzo scorso e l’ottimismo dell’Assessore alla Sanità D’Amato che, qualche giorno fa aveva dichiarato che l’Rt è in calo e che “non c’è una situazione critica sul tasso di occupazione dei posti letto in area medica e di terapia intensiva”, aveva fatto ben sperare. Dati che avrebbero potuto consentire al Lazio di passare in fascia arancione, con un lieve allentamento delle misure, non prima del 29 marzo. Pochi giorni di “eventuali aperture” perché poi dal 3 aprile tutta l’Italia si “tingerà” di rosso, una stretta voluta dal governo per arginare la diffusione del virus.
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Va specificato che per “il cambio di colore” bisogna far trascorrere almeno 14 giorni dal precedente passaggio da una fascia di rischio all’altra: in questo caso, se il Lazio dovesse avere tutti i parametri sotto la soglia di allerta potrebbe passare in arancione da lunedì 29 marzo. Eppure, ci sono pareri contrastanti perché negli ultimi giorni le terapie intensive sono in aumento, così come i ricoveri.
Lazio arancione prima di Pasqua? L’Ordine dei Medici frena
Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, all’agenzia Dire ha spiegato che non sta vedendo una diminuzione dei casi. Tutto il contrario. In aumento i ricoveri e le terapie intensive, tant’è che per l’Omceo quell’Rt, che sembra essersi attestato al di sotto dello 0,95 “non è un dato attendibile”. Per Magi in questo momento non è possibile il passaggio dalla zona rossa a quella arancione.
Un altro allarme viene dall’USB Sanità perché i pronto soccorso della Regione sarebbero di nuovo in emergenza, con file di ambulanze e ore di attesa per un ricovero. Immagini che sembrano farci tornare indietro nel tempo.
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Pronto soccorso del Lazio in emergenza, la nota dell’USB
“La situazione nei Pronto Soccorso del Lazio precipita già nella giornata di domenica: ancora una volta l’aumento dei casi, preannunciato da giorni, travolge tutto come una bufera e da ieri (domenica, ndr) si registrano di nuovo i blocchi delle ambulanze, con pazienti Covid e no Covid in attesa ore per un ricovero” – si legge in una nota dell’USB. “A Latina da stamattina (ieri, ndr) 12 ambulanze sono ferme con pazienti in attesa di ricovero. Nel Pronto Soccorso del Santa Maria Goretti, come se la pandemia non fosse abbastanza, si è proceduto anche alla ristrutturazione di una area riducendo i posti letto Covid. Questa volta anche l’uso della cappella dell’ospedale è compromessa dalla carenza di personale, già insufficiente per la gestione ordinaria.Negli ospedali romani, come il Policlinico Casilino, la situazione non è migliore: a infermieri e OSS è già stato comunicato l’“obbligo di straordinari” per coprire l’emergenza e la carenza di personale”.
Lazio arancione prima di Pasqua? I numeri
Lo stesso Assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha invitato i cittadini ad avere massima attenzione. Se si tiene in considerazione il bollettino di ieri delle Asl, i casi sono in calo, ma i decessi, i ricoveri e le terapie intensive (con un incremento di 20 posti in più nelle ultime ore) sono in aumento. Un dato che preoccupa, nonostante ci sia del “cauto ottimismo”. Stando ai dati riportati dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali e aggiornati al 22 marzo, nel Lazio la percentuale di posti letto di terapia intensiva occupata da pazienti Covid è al 36% (soglia di rischio 30%). Per i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia attestata al 42% contro la soglia di rischio del 40%. Non ci resta che aspettare il monitoraggio settimanale degli esperti di cabina di regia per capire quali saranno i parametri del Lazio e se la Regione resterà ancora in zona rossa.