Lazio zona rossa da domani lunedì 15 marzo 2021. E’ la prima volta per la Regione dall’introduzione del sistema basato sulle fasce di rischio eppure qualcosa sembra non tornare. A sollevare dubbi è lo stesso Assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato che in un’intervista a Repubblica ha precisato: «Ci chiudono per dati vecchi di 14 giorni», Poi una speranza: «A Pasqua ne verremo fuori».
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Lazio zona rossa: «Restrizioni per dati di 14 giorni fa, parametro RT da rivedere»
D’Amato non parla di “errore” piuttosto di meccanismi e regole per la determinazione dei colori delle Regioni che forse andrebbero rivisti. «Non si può decidere solo in base all’indice Rt. Purtroppo le regole che ci siamo dati a livello nazionale di fatto prevedono questo automatismo. Siamo a 1.31, sopra quota 1.25». E quindi scatta la zona rossa.
Ma sul periodo a cui si riferiscono proprio questi dati le perplessità restano. I valori infatti descrivono e guardano “indietro di 14 giorni” quando invece, nel Lazio, altri indicatori non sarebbero poi così gravi: parliamo ad esempio dell’incidenza dei positivi che “per ogni 100 mila abitanti nel Lazio è ferma a 173, mentre il limite per passare in zona rossa è fissato a 250” come aggiunge D’Amato.
O per il dato relativo a terapie intensive e posti letto: anche oggi, domenica 14 marzo 2021, le prime sono ancora sotto la soglia di rischio, sebbene al limite (29% – soglia fissata al 30%); per le occupazioni dell’area medica – ovvero i posti letto afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia – siamo invece al 34%c contro una soglia fissata al 40%.
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Coronavirus Lazio: i numeri della cabina di regia
Leggendo il report della cabina di regia diramato venerdì scorso è possibile analizzare i dati del Lazio nel dettaglio. Lo stesso report, va detto, già di per sé si riferisce alla settimana precedente (perché si attende il consolidamento dei dati). L’RT puntuale invece (foto sotto) si riferisce addirittura al 24 febbraio.
Guardiamo ad esempio all’Emilia Romagna che passerà in zona rossa come il Lazio: qui l’incidenza sui positivi è 444 per 100.000 abitanti e il tasso di occupazione sia per le terapie intensive che per i posti di area medico è di gran lunga superiore alle soglie di rischio. Eppure per entrambe vengono presi gli stessi provvedimenti.
Insomma, forse qualcosa nel sistema che regola le zone di rischio in Italia andrebbe rivisto perché, come chiosa D’Amato, tale sistema “è lo specchietto retrovisore di questa macchina in lotta contro il contagio”. Come a dire (aggiungiamo noi): se dopo un anno la soluzione nella lotta al virus è ancora il lockdown è evidente che è stato, e stiamo, sbagliando qualcosa…