Massimo Iacozza, nato nel 1977 e latitante da 4 anni è stato arrestato nei giorni scorsi in Brasile, successivamente a un’intensa attività investigativa condotta dalla polizia di stato e la polizia federale brasiliana, sotto il coordinamento della procura generale presso la corte d’appello di Roma.
Le indagini
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore generale dottor Alberto Cavallone, sono state portate avanti da un pool di agenti della sezione antidroga della squadra mobile di Latina e della squadra di polizia giudiziaria del commissariato di Fondi, in collaborazione con personale del servizio centrale operativo della polizia di stato. In particolare, tra i mesi di ottobre e novembre 2019, il gruppo investigatori ha iniziato le ricerche, anche attraverso attività di intercettazione telefonica ed ambientale, finalizzate alla cattura di Iacozza, latitante dal maggio del 2017, a seguito una sentenza che lo condannava a una pena detentiva di circa 9 anni, per reati in materia di stupefacenti.
La latitanza
Le risultanze hanno confermato come il ricercato avesse lasciato il territorio nazionale, e si fosse allontanato definitivamente dalla città di Fondi, di cui era originario. I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso, a distanza di un anno, di localizzarlo in Brasile. Quest’ultimo si era perfettamente integrato all’estero svolgendo lavori per un’impresa di costruzioni.
L’arresto
In questi mesi, nonostante le difficoltà imposte dalla emergenza sanitaria pandemica, le indagini sono proseguite, oltre oceano, senza soluzione di continuità, e hanno permesso di localizzare il latitante nella periferia di san paolo, dove è stato catturato e ristretto in carcere, in attesa di essere estradato.
Chi è il latitante
Massimo Iacozza, con precedenti di polizia per reati in materia di armi e stupefacenti, è conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di Varenne (nome del cavallo considerato nel mondo delle corse come il migliore trottatore) per la sua abilità e capacità di correre a bordo di autovetture durante l’attività di pusher, ed anche per questo può essere considerato uomo di fiducia del clan Zizzo.
Il primo arresto e la fuga
Nell’anno 2011 venne tratto in arresto assieme a Elvio Gentili e Giovanni De Salvo, i quali nascondevano in un edificio rurale, in provincia di Roma, 295 kg di hashish, e numerose cartucce di vario calibro. Nel contempo, Iacozza venne individuato come facente parte di un più vasto gruppo criminale dedito allo spaccio di droga anche in ambito internazionale ed inserito nelle risultanze dell’operazione denominata convenzionalmente «castillos», la quale aveva portato al sequestro di 500 chili di hashish attraverso indagini che documentavano l’esistenza di due agguerriti gruppi criminali guidati l’uno dal leader degli ultrà della Lazio Fabrizio Piscitelli e l’altro da Paolo Diana. Dopo circa due anni trascorsi in carcere, Iacozza viene scarcerato e posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Fondi per un ulteriore anno. In seguito per ulteriori 3 anni, gli vennero imposti degli obblighi di dimora e di presentazione alla p.g. Il criminale, prima della emissione della sentenza definitiva di condanna, emessa dalla suprema corte di cassazione nel maggio del 2017, che lo condannava a una pena detentiva di anni 9, mesi 1 e giorni 12 di reclusione, fece perdere le proprie tracce, lasciando il territorio nazionale.