Lazio verso la zona rossa. E con essa anche (forse) Friuli Venezia Giulia e Veneto. In pratica da lunedì prossimo l’Italia potrebbe risvegliarsi praticamente tutta rossa o arancione con la sola Sardegna in fascia bianca. Poche quelle che invece resterebbero in zona gialla.
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Lazio zona rossa: «RT a 1.3»
«Il valore RT è a 1.3 la zona rossa è possibile per il superamento del valore 1.25, anche se l’incidenza è sotto soglia e anche i tassi di occupazione dei posti letto sono entro la soglia di allerta», così l’Assessore Regionale alla Sanità Alessio D’Amato poco fa.
«I dati del contagio sono in aumento e raggiungono i livelli di due mesi fa, con un trend di crescita rispetto alle due settimane precedenti. Lo scenario è previsto in netto peggioramento, bisogna mantenere altissimo il livello di guardia – aveva anticipato già stamattina lo stesso Assessore – Non è possibile concedersi nessuna distrazione, il virus con le sue varianti sta riprendendo vigore, la priorità è quella di interrompere ora la catena di trasmissione».
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Oggi intanto su oltre 16 mila tamponi nel Lazio (+884) e oltre 22 mila antigenici per un totale oltre di 39 mila test, si registrano 1.800 casi positivi (+146), 16 i decessi (-6) e +1.322 i guariti. Aumentano i casi e i ricoveri, mentre diminuiscono i decessi e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 10%, ma considerando anche gli antigenici la percentuale scende al 4%. I casi a Roma città sono a quota 800.
Insomma, numeri non certo buoni che pongono il Lazio in bilico tra la zona arancione e quella rossa. Come confermato da D’Amato il balzo nella fascia con più restrizioni è “tecnicamente” possibile avendo il Lazio sorpassato la soglia di 1.25 per ciò che riguarda l’RT.
Le uniche “ancore di salvezza” – per sperare quantomeno nella fascia arancione (dato che è chiaro che ormai quella gialla sarà messa in stand by) – sono rappresentate dagli altri fattori, ovvero l’incidenza dei casi e dei tassi di occupazione dei posti letto entrambi sotto soglia come precisato dall’Assessore alla Sanità.
Per ciò che riguarda le terapie intensive ad esempio il tasso d’occupazione è al 28% (soglia d’allerta fissata al 30%), mentre per l’area medica (cioè i posti letto afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia) siamo al 32% (soglia critica: 40%).