Si sarebbe dovuto svolgere domani, 6 febbraio, il Consiglio comunale straordinario richiesto dai consiglieri di minoranza per discutere dei problemi di legalità e di sicurezza nel territorio di Ardea.
Già qualche giorno fa circolò la notizia che sarebbe stato rinviato di una settimana, e solo due giorni dopo, un ulteriore rinvio, pare definitivo questa volta, ne fissa la data al 20 febbraio.
Quali gravi o urgenti impedimenti possano aver addotto il Presidente Massimiliano Giordani a tardare oltremodo questo atto dovuto che a norma di regolamento lo obbliga ad indire il Consiglio entro il termine massimo di 20 giorni dalla richiesta, non è facile da comprendere, mentre pare ormai chiaro l’intento che la maggioranza stà strategicamente attuando: si stà spostando quella che potrebbe diventare una discussione per loro “imbarazzante” su un piano completamente diverso, ossia si stà riducendo il tutto alla mera analisi tecnica nella ricerca di risorse atte al contrasto della criminalità.
Fu già chiara questa strategia quando la convocazione fu richiesta dalla rete dei cittadini e dalle associazioni che organizzarono a novembre la fiaccolata; quella richiesta fu completamente ignorata e neppure si degnò il Presidente di rispondere. Sebbene i motivi che hanno indotto la richiesta del Consiglio straordinario abbiano una base comune, ben diverso è il significato politico dei due atti. Ben sanno Presidente e consiglieri di maggioranza che sulla eco dell’ultima auto incendiata al signor Marcucci la rete si è mossa per sollevare un problema che va ben oltre l’atto criminoso in se; si sarebbe voluto discutere pubblicamente di come è ormai assodato che crimini ed illegalità di ogni genere possano trovare albergo in un governo cittadino che non presti la dovuta attenzione.
Entrano allora in atto le contromisure del Presidente Giordani: si invitano le istituzioni a partecipare non più ad un Consiglio straordinario richiesto dalla minoranza, ma ad un’assise “aperta” dove autorevoli rappresentanti delle forze dell’ordine, parlamentari, consiglieri regionali e forse perfino il signor prefetto, ci vengono a tranquillizzare raccontandoci di quanto tutti si stiano prodigando per la nostra sicurezza, tanto che già maggioranza e opposizione hanno concordato una mozione che impegna Sindaco e Giunta a realizzare prioritariamente il potenziamento del pattugliamento del territorio, l’installazione di una rete di telecamere di sorveglianza, il finanziamento di attività educative scolastiche per infondere il senso della legalità nei nostri bambini (ragazzi no perché ad Ardea ci fermiamo alla scuola media) ed infine invitare il Comune ad aderire al Forum Italiano per la Sicurezza Urbana.
Non tutti gli invitati “istituzionali” devono aver garantito per le date inizialmente previste la loro partecipazione, e da qui i rinvii. Difficile ci risulta comprendere l’atteggiamento di chi ha richiesto, esercitando un suo preciso diritto, la convocazione del Consiglio comunale. Certo non era loro intenzione invitare personalità delle istituzioni, ma più semplicemente discutere dei reali problemi del territorio per la ricerca comune di concrete soluzioni. Questo accettare passivamente l’iniziativa della maggioranza che chiaramente mostra di voler stravolgere il senso dell’iniziale richiesta, ci lascia basiti. Quale risultato porterà il Consiglio del 20 febbraio ? Una risoluzione congiunta all’insegna del “volemose bene” che metta a tacere ogni velleità di chi ha sperato e spera ancora tra i cittadini che si vada finalmente a fondo, come accadde nel non lontano 2006, nella ricerca di cause e responsabili della melmosa palude di illeciti, di probabile corruzione, concussione che per decenni fu permeata nel governo della città come ebbe a sottolineare la Commissione prefettizia di accesso e che portarono alle dimissioni il sindaco di allora Eufemi.
Qualche giorno fa abbiamo letto dell’esplicito invito rivolto da parte del locale circolo del PRC al nostro Sindaco a che trovi il coraggio di dimettersi. Noi andiamo oltre: vogliamo che se ne vadano tutti a casa; vogliamo che nessuno di loro più ritorni; vogliamo che sia restituita Ardea ai suoi cittadini; vogliamo che sia ridata dignità a questo territorio fortunatamente ancora ricco di storia e di cultura, le uniche cose che non sono riusciti a portarci via.