L’indagine, avviata nel 2011 e coordinata dalla DDA della Procura della Repubblica di Roma, ha consentito di far luce su due organizzazioni, entrambe operanti sul litorale lidense.
Il primo gruppo criminale si occupava di importare ingenti quantitativi di cocaina da alcuni Paesi del Sud-America (Perù e Cile), per poi distribuirla sul mercato locale. La droga, che proveniva dall’estero, era immessa nel territorio nazionale con la complicità di fornitori stranieri che avevano la loro base logistica in Cile e in Perù, i quali riuscivano ad eludere i controlli delle forze di polizia utilizzando varie tecniche di occultamento dello stupefacente. All’interno dell’organizzazione ricoprivano un ruolo di vertice e di comando S.G. (46enne) e G.B.F.E. (45enne) che finanziavano l’attività, organizzandola e dirigendola.
Il secondo gruppo criminale, oltre allo spaccio degli stupefacenti, si occupava anche di commettere furti e rapine in danno sia di privati cittadini che di istituti di credito e gioiellerie locali. In questa seconda compagine criminale spiccava con compiti di direzione e comando la figura di Z.S. (33enne) che si occupava anche della gestione delle vendite e dei guadagni illeciti.
Lo spaccio al dettaglio dello stupefacente veniva effettuato attraverso una collaudata tecnica volta a raggirare le eventuali investigazioni, consistente in una sorta di “messaggi in codice” che il fornitore e l’acquirente si scambiavano attraverso preventivi contatti telefonici, nei quali le richieste venivano avanzate facendo riferimento a nomi propri di persona, che indentificavano la quantità di droga o il numero di dosi occorrenti.
Tra i colpi messi a segno dai criminali, anche con la disponibilità di armi da fuoco, si è registrata una rapina in banca a Pomezia, un’altra in una gioielleria di Roma, un tentato furto in armeria, dove solo la resistenza della vetrina blindata che conservava numerose pistole e un “kalashnikov” e l’attivazione dell’allarme collegato con la caserma dei Carabinieri ha fatto desistere i criminali.
Il G.I.P. del Tribunale di Roma, concordando con le risultanze emerse dalle indagini del Nucleo Investigativo Carabinieri di Ostia, ha emesso 22 ordinanze di custodia cautelare, per reati di “associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, nonché per furto aggravato, rapina in concorso, ricettazione e detenzione illegale di armi”.
Gli arrestati, a conclusione delle operazioni di rito, sono stati tradotti presso il carcere di Roma “Regina Coeli e Rebibbia”, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.