La Regione Lazio rischia di diventare arancione? E’ questo quello che si chiedono in tanti da giorni, ora ancora di più perché si avvicina la data che potrebbe cambiare nuovamente “colore” all’Italia. Sì, perché domani gli esperti della cabina di regia si riuniranno per il solito monitoraggio del venerdì e molte Regioni/Province Autonome potrebbe passare da una zona all’altra, tenendo in considerazione l’Rt e i 21 parametri di rischio. E il Lazio dovrà “abbandonare” la fascia gialla? Ricordiamo che la Regione è in questa zona dal 1 febbraio con misure sì da rispettare, ma con degli allentamenti: bar e ristoranti possono aprire al pubblico fino alle 18 (resta in ogni caso il divieto di asporto per i bar e altri esercizi simili senza cucina dopo quell’ora) e gli spostamenti sono consentiti all’interno della propria Regione.
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Lazio zona gialla o arancione da lunedì 22 febbraio 2021: le ultime notizie
Nella giornata di ieri nel Lazio su oltre 12.000 tamponi e oltre 16.000 antigenici (per un totale di oltre 28.000 test), si sono registrati 871 nuovi casi positivi. 55 i pazienti deceduti e 1.470 quelli guariti. L’assessore D’Amato ha spiegato che i casi, i ricoveri e le terapie intensive sono in calo ma l’Rt è in lieve aumento. “I dati dell’incidenza e i dati dei tassi di ospedalizzazione sono al di sotto delle soglie di allerta. Stimiamo un valore Rt lievemente in aumento” – ha dichiarato D’Amato. L’Rt del Lazio, stando all’ultimo monitoraggio del 12 febbraio, era salito rispetto alle settimane precedenti e si era attestato a 0.96. Ma c’è di più. Stando ai dati aggiornati al 17 febbraio, nel Lazio la percentuale dei posti letto di terapia intensiva occupata da pazienti Covid è sotto la soglia di rischio 25% (soglia rischio 30%). Lo stesso per i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia attestata al 32% contro la soglia di rischio del 40%. La Regione, con questi numeri, rischia davvero di diventare arancione? Il problema è che l’Rt, come ha specificato l’assessore D’Amato, è in lieve aumento e potrebbe anche raggiungere e superare l’1, dato che farebbe entrare la Regione in zona arancione. Quello che sembra preoccupare gli esperti è anche la circolazione delle varianti, tant’è che in molti chiedono che venga istituito un lockdown nazionale.
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Per capire cosa ne sarà della Regione Lazio e se da lunedì 22 febbraio dalla zona gialla passerà a quella arancione, bisogna aspettare il monitoraggio di domani. Solo quando gli esperti della cabina di regia si riuniranno si farà chiarezza sul destino “colorato” del nostro Paese. Va specificato che il passaggio da una fascia di rischio all’altra è decisa sulla base di molteplici parametri e ottenuta incrociando l’analisi del rischio, l’indice di riproduzione effettiva RT e l’incidenza settimanale dei casi. E’ tenendo conto di questi tre indicatori che ogni venerdì il Ministero della Salute attribuisce e attribuirà il colore alla Regione e le rispettive restrizioni.
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Roma e Lazio in zona arancione: cosa cambia
Se la Regione Lazio dovesse cambiare (nuovamente) colore e passare in fascia arancione, i cittadini dovrebbero fare i conti con ulteriori misure restrittive. Nella zona arancione bar e ristoranti non possono aprire al pubblico: queste attività dovranno lavorare solo d’asporto e con consegne a domicilio. Vietato l’asporto a partire dalle 18 per bar ed altri esercizi simili senza cucina. Nella zona arancione sono vietati, oltre che gli spostamenti tra Regioni (misura valida su tutto il territorio nazionale), gli spostamenti tra Comuni se non per motivi di necessità, salute o lavoro, ma in questo caso bisognerà presentare al momento di un possibile controllo il modulo di autocertificazione. Con il nuovo decreto legge, resterà la possibilità di fare visita ad amici o parenti, a patto che a muoversi siano solo 2 persone non conviventi e che lo facciano una sola volta al giorno e verso una sola abitazione privata, fra le ore 5.00 e le 22 (orario del coprifuoco).
Nella zona arancione restano chiusi cinema, teatri, palestre, piscine, centri sportivi e musei; mentre negozi e centri commerciali potranno restare aperti nei giorni feriali. Nei festivi, invece, i centri commerciali restano chiusi per evitare affollamenti.