A Terracina (LT), la Polizia di Stato ha eseguito due misure cautelari nei confronti di un padre ed un figlio, titolari di un’Azienda agricola locale. Sempre loro due, lo scorso maggio 2020, erano stati arrestati con l’accusa di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate. Nello specifico, le accuse si riferivano all’ambito dello sfruttamento di braccianti agricoli di origine straniere, all’interno della loro Azienda agricola.
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Le indagini partirono proprio quando un giovane 33enne indiano si era recato al pronto soccorso dell’Ospedale di Terracina con ferite al capo. Le lesioni erano decisamente riconducibili ad un aggressione: i colpi ricevuti gli avevano provocato fratture e lesioni personali in altre parti del corpo. I poliziotti del locale Commissariato di P.S. nel corso dell’indagine hanno così indagato e ricostruito le dinamiche del fatto.
Il 33enne era stato picchiato e lasciato privo di sensi in un canale dopo aver richiesto più volte di provvedere alla dotazione di mascherine e altri dispositivi di protezione contro il Covid-19.
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Dopo l’interrogatorio di garanzia, i due imprenditori erano stati scarcerati ma l’attività investigativa è proseguita, coordinata dal sostituto procuratore della Procura di Latina Dr. De Lazzaro. Nel corso di questi mesi, dunque, la stessa attività ha consentito di ottenere dal Tribunale del Riesame di Roma la riproposizione delle misure cautelari per padre e figlio (decisione confermata anche dalla Suprema Corte di Cassazione). Ad oggi, per tanto, il padre è agli arresti domiciliari, mentre per il figlio è scattato l’obbligo di firma in Commissariato.