Il Lazio è in zona gialla da lunedì 1 febbraio dopo ben due settimane in fascia arancione, che ha comportato limitazioni e misure ancora più stringenti. Ora, bar e ristoranti possono aprire al pubblico fino alle 18 (resta in ogni caso il divieto di asporto per i bar e altri esercizi simili senza cucina dopo quell’ora) e gli spostamenti sono consentiti all’interno della propria Regione. Forse, piccole riaperture agli occhi di qualcuno, ma importanti per tutte quelle attività che da tempo sono alle prese con le difficoltà economiche. Ma adesso la Regione Lazio cosa rischia? Può ritornare in zona arancione? E’ questo quello che si chiedono in molti, soprattutto perché ora a preoccupare e a mantenere tutti in allerta è la cosiddetta variante inglese del virus. Infatti, proprio per questo c’è un Comune nel Lazio, in provincia di Latina, che è diventato zona rossa e lo sarà per 14 giorni: è Roccagorga, il piccolo paese alle prese da giorni con tanti contagi.
Leggi anche: Varianti Covid, nel Lazio cambiano le regole per quarantena e tamponi: “caccia” anche ai contatti a basso rischio
Roma e il Lazio tornano in zona arancione? Variante inglese e Rt
Il 14 febbraio scorso l’Italia ha cambiato nuovamente colore. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha infatti firmato nuove ordinanze che hanno permesso il passaggio in area arancione di Abruzzo, Liguria, Toscana e la Provincia Autonoma di Trento e della Sicilia in zona gialla. Il Lazio resta in fascia gialla, anche se l’Rt – stando all’ultimo monitoraggio del 12 febbraio – è salito e si è attestato a 0.96.
Stando ai dati aggiornati al 15 febbraio, nel Lazio la percentuale dei posti letto di terapia intensiva occupata da pazienti Covid è sotto la soglia di rischio 27% (soglia rischio 30%). Lo stesso per i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia attestata al 33% contro la soglia di rischio del 40%. Il Lazio rischia davvero, con questi numeri, di passare in zona arancione? Al momento non c’è nessuna comunicazione ufficiale, ma se l’Rt dovesse continuare a stare sotto l’1 e la percentuale dei posti letto dovesse restare sotto la soglia di rischio, potrebbe anche non esserci nessun cambio di colore: anche se a preoccupare è la variante inglese che sta circolando nel nostro Paese. Non ci resta che aspettare venerdì prossimo quando gli esperti della cabina di regia si riuniranno per fare il punto della situazione.
Lazio in zona arancione: cosa cambia
Se la Regione Lazio dovesse cambiare (nuovamente) colore e passare in fascia arancione, i cittadini dovrebbero fare i conti con ulteriori misure restrittive. Nella zona arancione bar e ristoranti non possono aprire al pubblico: queste attività dovranno lavorare solo d’asporto e con consegne a domicilio. Vietato l’asporto a partire dalle 18 per bar ed altri esercizi simili senza cucina. Nella zona arancione sono vietati, oltre che gli spostamenti tra Regioni (misura valida su tutto il territorio nazionale), gli spostamenti tra Comuni se non per motivi di necessità, salute o lavoro, ma in questo caso bisognerà presentare al momento di un possibile controllo il modulo di autocertificazione. Con il nuovo decreto legge, resterà la possibilità di fare visita ad amici o parenti, a patto che a muoversi siano solo 2 persone non conviventi e che lo facciano una sola volta al giorno e verso una sola abitazione privata, fra le ore 5.00 e le 22 (orario del coprifuoco).
Nella zona arancione restano chiusi cinema, teatri, palestre, piscine, centri sportivi e musei; mentre negozi e centri commerciali potranno restare aperti nei giorni feriali. Nei festivi, invece, i centri commerciali restano chiusi per evitare affollamenti.