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Assembramenti ai Musei Vaticani, scoppia la bufera: ‘Era un carnaio umano, un suk inaccettabile’ (FOTO)

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Assembramenti Musei Vaticani

Quasi un anno dal primo lockdown e da quell'”incontro” ravvicinato con un virus subdolo che ha cambiato totalmente la nostra quotidianità e che ora, purtroppo, abbiamo imparato a conoscere. In un’Italia divisa in zone colorate e in una realtà perlopiù in bianco e nero, ci sono attività che stentano a ripartire e altre che lentamente – con tutte le difficoltà del caso – hanno cercato (e stanno cercando) di rialzarsi. Tra limitazioni e restrizioni di ogni tipo, con l’ultimo Dpcm entrato in vigore c’è stata anche una piccola – ma fondamentale – riapertura. Sì, perché nelle zone gialle (come nel Lazio, per esempio) i musei hanno riaperto al pubblico. Con ingressi contingentati, distanze e mascherine. Almeno così sarebbe dovuto essere, eppure ai Musei Vaticani qualcosa è andato a storto.

Assembramenti ai Musei Vaticani: “Un carnaio umano”

A denunciare gli assembramenti nel weekend, la mancanza di tutele e la pessima organizzazione proprio ai Musei Vaticani è stato Vincenzo, una guida turistica che su Facebook si è lasciato andare ad un lungo sfogo. 

“Spettabili Musei Vaticani, scrivo le seguenti parole con una profonda amarezza nel cuore. Poco meno di un anno fa, all’inizio di questa sciagurata pandemia, ricordo la grande diffusione dell’hashtag #saremomigliori. L’idea era che una situazione così grave ed improvvisa ci avrebbe permesso di riflettere sui nostri errori, consentendoci di migliorare e di non commetterne di eguali in futuro (…). Nel pomeriggio odierno (2 giorni fa, ndr), ho guidato un piccolo gruppo all’interno dei Musei Vaticani. Quello che ho visto mi ha fatto profondamente vergognare. Un carnaio umano, in totale contrapposizione con le più basilari normative mondiali in materia di contrapposizione al Covid-19. Nessun distanziamento, nessuna organizzazione, follia allo stato puro: scene di isterismo individuale e collettivo, caos primordiale, shock e paura nei partecipanti (…). Mi sono vergognato. Profondamente vergognato di aver evidenziato il certo contingentamento nella vendita dei biglietti organizzato dai Musei Vaticani, venendo inesorabilmente smentito. Vergognato di aver esaltato la buona organizzazione, prima di venire nuovamente ed inequivocabilmente smentito dai fatti. Vergognato di aver fatto da responsabile, da caposquadra, da guida per un gruppo che si è trovato immerso in un girone dantesco. Quello a cui ho assistito è un suk inaccettabile durante una pandemia globale. Un suk dettato dal desiderio di vendere ogni biglietto disponibile, fino all’ultimo codice a barre, senza un contingentamento adeguato, senza un piano di battaglia razionale, senza alcun altro principio che non fosse quello della raccolta del vile profitto. Alle spalle e alle spese di chi gridava, di chi piangeva, di chi sbraitava, di chi tremava impaurito, di chi sgranava gli occhi incredulo, di chi minacciava di chiamare la polizia e di chi pregava in silenzio di uscirne vivo. Un errore può succedere, sia chiaro. Certo, risulta difficile comprendere come si possa commettere una tale manchevolezza con settimane, anzi mesi di tempo per organizzare a dovere i numeri della riapertura. Diciamo però che si sia trattato di un errore. Voglio credere che non vogliate farlo più accadere (…)”

Le parole di Vincenzo vengono “rafforzate” anche da alcune recensioni su Trip Advisor proprio sui Musei Vaticani. “Sono stata ieri a fare una visita guidata, purtroppo con rammarico devo sottolineare l’assoluta mancanza di rispetto delle norme di sicurezza. Le persone si sono ritrovate in diversi momenti in una specie di girone infernale, senza la minima distanza prevista” scrive un utente. E ancora: Tantissimi gruppi con le guide che si bloccavano nelle sale, decine di persone senza distanziamento. Troppa gente accalcata e in questo periodo è un errore” – tuona un’altra visitatrice. 

Quello che è certo è che le immagini che stanno circolando da giorni sul web fanno riflettere. Ci sono attività aperte che dovrebbero rispettare i protocolli per garantire la salute di tutti, e altre che invece si erano preparate ad accogliere gli italiani (i gestori degli impianti sciistici, ad esempio) e che a poche ore dalla riapertura si sono visti chiudere (nuovamente) la porta in faccia. E’ vero, gli errori possono capitare a chiunque e gestire una situazione come quella che stiamo vivendo sicuramente non è cosa facile. Ma come ha scritto Vincenzo, la guida turistica, nel suo post ci auguriamo tutti che non si perseveri: “E se il diavolo entra persino in Vaticano, allora anche l’hashtag “saremo migliori” emanerà fetore di zolfo”. Con la speranza che saremo davvero tutti migliori e che continueremo a respirare “arte e cultura” nel museo sì, ma a distanza. 

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