La vita dentro un portafogli. Due esistenze che si incrociano, due storie non comuni che si intrecciano seppure per pochi minuti, lanciando un messaggio di speranza. I protagonisti di questa commovente storia a lieto fine che arriva dal cuore di Roma sono l’addetto stampa di un ministero, Francesco Malavolta, 45 anni, fotoreporter freelance impegnato sul fronte dell’immigrazione dal 1994, e un cittadino indiano, Sian. I due sono coetanei e naturalmente non si conoscono.
La storia
E’ Francesco a raccontare questo breve intenso incontro dal suo profilo Facebook.
“Può capitare e capita a tutti di perdere qualcosa – dichiara Francesco al telefono – ma in realtà per noi è tutto più facile. A uno straniero i documenti servono per vivere e lavorare nel nostro Paese e vanno esibiti ad ogni controllo. Perderli significa rientrare nelle maglie di una burocrazia senza fine. E potrebbe essere davvero avvilente” aggiunge con incredibile senso di empatia.
Una empatia innata – è palese – per un fotografo e volontario appena rientrato da una missione in Bosnia dove – dice – sono solo 200 dannati chilometri a fare la differenza.
“Ieri ho trovato un “ricco” portafoglio”, esordisce Francesco nel post pubblicato questa mattina. E ricca di carte, soprattutto, quella custodia in pelle un po’ lisa lo era di sicuro. Per fortuna c’era dentro anche una scheda telefonica con il contatto dello straniero che ha permesso a Francesco di rintracciarlo e di restituirgli il suo “tesoro”.
L’incontro
A quel punto Sian, accorso in piazza Vittorio dove c’era ad attenderlo il suo “angelo buono” ha tentato due volte di inginocchiarsi e di baciargli le mani. “Aveva gli occhi rossi per la commozione. E alla fine mi sono commosso anch’io”, ci ha raccontato Francesco.
“L’area tra piazza Vittorio e porta Maggiore è diventata ormai terra di nessuno – sottolinea il fotografo. E’ soprattutto zona di transito, zona di migrazione. Niente di più facile per un disperato di passaggio, che cogliere l’occasione al volo alla vista di quell’oggetto semi-nascosto tra l’erba e il marciapiede, che fuggire con il misero bottino.
A Sian è andata bene. Il destino gli ha fatto incontrare la persona giusta al momento giusto. In alcuni commenti al suo post quello del fotoreporter viene definito un gesto eroico il suo, sicuramente nobile. “Evidentemente – conclude Francesco – questo mondo ha sete di buone azioni. In realtà per me si è trattato di una cosa normalissima!”
Rosanna Sabella