Anticorpi monoclonali, dopo l’atteso via libera da parte della Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, arrivato nel tardo pomeriggio di oggi, si esulta a Latina, dove ha sede la Bsp Pharmaceuticals, azienda che li produce per conto della Eli Lilly, società americana con 11 sedi nel mondo. L’okay da parte dell’Aifa è stato concesso solo a due tipologie di anticorpi monoclonali per il trattamento del Covid-19, quelli prodotti da Regeneron e da Eli Lilly, mettendo però alcune condizioni, come da legge 648/1996, che prevede l’approvazione di medicinali in corso di sperimentazione clinica o utilizzati in altri Paesi quando non esiste un’alternativa terapeutica valida. Inoltre questi farmaci sono destinati a pazienti in fase precoce con alto rischio di evoluzione del virus. La terapia è molto costosa – si parla di circa 2.000 euro a dose – e il costo viene garantito da «un fondo individuato dal Governo per questi farmaci, quindi dovremmo avere la disponibilità per il trattamento di migliaia di pazienti», come spiega il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini.
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A cosa servono gli anticorpi monoclonali
Gli anticorpi monoclonali prodotti dalla Bsp sono già utilizzati all’estero con ottimi risultati, sia in Europa che nel resto del mondo. Vengono utilizzati per curare la persona già contagiata. “Una boccata d’ossigeno per il sistema”, lo ha definito il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Fnomceo, Filippo Anelli. “Avere a disposizione anche questa opzione terapeutica che, in determinate condizioni, permette di ridurre le ospedalizzazioni e di migliorare i risultati clinici, può essere una strategia per condurre a termine la campagna vaccinale in un tempo più flessibile”.
Un booster, una macchina ausiliaria che permetterà di concludere, con meno urgenza, la campagna vaccinale, sostenendo i pazienti che via via si ammaleranno: questa la funzione, nell’attuale scenario, degli anticorpi monoclonali, secondo il dott. Filippo Anelli. Che definisce “un’ottima notizia” l’individuazione di un fondo, da parte del Governo uscente, per una somministrazione in via sperimentale. E una “notizia ancora migliore” la sovvenzione della ricerca, “sia quella volta allo sviluppo di monoclonali italiani, sia quella clinica indipendente condotta dalla stessa Aifa”. “Il fondo permetterà di somministrare i monoclonali a diverse decine di migliaia di pazienti nell’ambito del Servizio Sanitario nazionale, secondo le indicazioni che dovranno essere stabilite dall’Aifa – spiega Anelli – Questi agenti terapeutici hanno dimostrato, secondo gli studi sin qui disponibili, una possibile efficacia se impiegati in una fase precoce della malattia, entro 72 ore dallo sviluppo dei sintomi”.
Le parole del viceministro Sileri
“Da mesi parlo dell’importanza dei monoclonali da mettere in parallelo all’importanza dei vaccini. Siamo rimasti un po’ indietro con i monoclonali, ma credo che il mio intervento e quello del Prof. Palù abbia consentito ieri un passo in avanti di Aifa nell’utilizzo dei monoclonali, ma spero in altri passi successivi. Serve un’ulteriore accelerazione. Siamo stati un po’ tardivi, ma ora stiamo recuperando”, ha dichiarato soddisfatto il viceministro Sileri.
I pazienti già guariti con gli anticorpi monoclonali
Proprio di oggi, tra l’altro, è la notizia di due pazienti positivi e guariti con gli anticorpi monoclonali a Roma, all’Istituto Spallanzani. Se prima gli anticorpi monoclonali venivano utilizzati solo in rari casi, nei pazienti con gravi immunodepressioni, ora è arrivato il via libera anche nel nostro Paese per il loro utilizzo. Un ulteriore passo in avanti nella lotta contro il virus. Solo qualche giorno fa Aldo Braca, il titolare Bsp Pharmaceuticals di Latina aveva dichiarato di non riuscire a comprendere perché l’Aifa non avesse ancora autorizzato l’utilizzo degli anticorpi monoclonali. “L’Italia deve darsi una mossa”, aveva detto. Ma ecco che ora è arrivato, finalmente, il tanto atteso via libera dall’Agenzia del farmaco italiana.