Molto tempo è stato impiegato nella discussione dei punti che prevedevano l’approvazione di diversi regolamenti. Alla fine si è deciso di riportarli tutti nelle apposite commissioni per una più attenta valutazione. La discussione sulla dismissione delle farmacie comunali si è protratta senza trovare accordo fino a sera, quando il Presidente ha rinviato il proseguimento della seduta al giorno successivo.
Ci sono volute altre 4 ore di Consiglio Comunale per chiudere, fino all’ultimo punto all’OdG, questo interminabile balletto. Fondamentalmente sono stati votati gli emendamenti e la delibera per la vendita delle farmacie comunali. Con gli emendamenti presentati sia da maggioranza che opposizione, si è voluto salvaguardare i posti di lavoro agli attuali impiegati delle farmacie. Le due Dottoresse assunte a tempo indeterminato saranno prese in carico dal Comune stesso, che troverà modo di impiegarle in incarichi adeguati a non mortificare la loro professionalità. In quanto agli operatori, assunti a tempo determinato, e che presto vedranno scadere il loro contratto di lavoro, il Comune chiederà all’acquirente di impegnarsi ad assumere a tempo indeterminato gli operatori stessi per i quali evidentemente sarà protratto il contratto fino alla conclusione della vendita. Passati all’unanimità gli emendamenti, con una certa difficoltà pure è passata la vendita votata, questa volta, dai soli consiglieri PDL – si sono astenuti Volante e Montesi – ed il voto contrario della minoranza.
Secondo punto rilevante la questione dell’Idrica. Un pasticcio mostruoso che l’amministrazione è finalmente costretta dalla legge a sanare per non incorrere in pesanti sanzioni. Si tratta di togliere dalla bolletta il “minimo impegnato” che costringe chi consuma poco o affatto a pagare comunque una bolletta. Detta così sembrerebbe una cosa semplice ma non lo è. Sono anni che i cittadini pagano tariffe fuori legge e ora si vuole mettere tutto a tacere senza – almeno per ora – ridiscutere le tariffe che, lo ricordiamo, qui ad Ardea sono le più alte del Lazio. Con l’accesa opposizione della minoranza che avrebbe voluto ridiscutere nella sua interezza il non chiaro rapporto con la società, anche questa mozione è passata di stretta misura.
Ultimo punto l’approvazione del regolamento per la trasparenza e pubblicità della situazione patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo. Questo regolamento era stato rimandato in commissione perché, non potendo sottrarsi agli obblighi, molti consiglieri hanno forse capito che sarebbe stato per loro utile pagare le sanzioni previste pur di non ottemperare a quanto la legge prevede. Nella versione originale, correttamente elaborata e prodotta dagli uffici, erano state previste sanzioni amministrative che andavano dai 500 ai 10.000 €. Nell’intento appunto di considerare la sanzione quale un conveniente escamotage, in seduta separata è stato modificato il regolamento stabilendo sanzioni nell’intorno del minimo applicabile dei 500 €. Non sappiamo esattamente come queste siano state modulate perché, data l’ora ormai tarda, la stanchezza e l’assenza dei consiglieri di opposizione che forse per protesta avevano ormai raggiunto le loro famiglie a casa il punto è stato approvato dalla sola maggioranza degli 8 consiglieri presenti. Quando il regolamento sarà reso pubblico si potranno commentare le decisioni prese.
Mario Savarese