ROMA (ITALPRESS) – “La pandemia ha ulteriormente mostrato l’inadeguatezza del sistema, la gracilità e vetustà di molti suoi gangli, e pone in modo deciso la necessità di un cambiamento profondo e incisivo, prima di tutto culturale. Per fare fronte alla crisi si è scelto di impegnare risorse economiche in misura impensabile sino a un anno fa. Ma per ottenere dall’Europa i relativi finanziamenti è necessario tracciare un quadro di riforme, prima fra tutte della giustizia, che dia idonee garanzie di conseguire gli obiettivi prefissati”. Lo ha detto il primo presidente della Corte Suprema di Cassazione, Pietro Curzio, in occasione della cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del premier dimissionario Giuseppe Conte, del presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, del presidente della Camera Roberto Fico e del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, oltre al vicepresidente del Csm David Ermini.
“Anche qualora tutte le risorse venissero acquisite dovranno in parte cospicua essere restituite. Il debito dovrà essere ripagato principalmente da coloro che sono oggi i giovani”, ha aggiunto il presidente della Corte citando poi Mario Draghi: “Per anni una forma di egoismo collettivo ha indotto i governi a distrarre capacità umane e altre risorse in favore di obiettivi con più certo e immediato ritorno politico: ciò non è più accettabile oggi. Privare un giovane del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza”.
Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, nel suo intervento nelle vesti di ministro della Giustizia in carica per gli affari correnti, ha spiegato di doversi attenere “all’esposizione generale dell’attività portata avanti nel 2020, esimendomi per doveroso rispetto dei rapporti istituzionali da qualsiasi considerazione di indirizzo politico. Il 2020 è stato l’anno della pandemia, le istituzioni italiane hanno reagito con compattezza avendo come punto di riferimento il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La pandemia – ha spiegato – ha inciso fortemente anche sul settore della giustizia che però non si è fermato nemmeno nei momenti di maggiore difficoltà”.
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In Cassazione si apre l’anno giudiziario con il nodo riforme
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