Francesca Alotta, la grande interprete di musica italiana di origine siciliana, ci ha concesso l’opportunità di rivolgerle qualche domande sugli avvenimenti della sua vita e sul suo ultimo album “Anima Mediterranea”
Una vita all’insegna dell’arte, quella di Francesca Alotta, figlia del grande tenore Filippo Alotta. Al padre dedica il suo ultimo lavoro “Anima Mediterranea”, in seguito alla sua prematura scomparsa e al dolore provato.
Francesca, ricordiamo, è stata vincitrice del Cantagiro nel ’91, già con alle spalle una lunga carriera di cantante e corista a “Domenica In”, in seguito il palco di Sanremo la vede trionfare, nel ’92, con il brano “Non amarmi” insieme ad Aleandro Baldi, vendendo più di un milione di copie. Partecipa poi a varie edizioni di “Fantastico” come ospite fissa insieme a Fiordaliso e nel ’93 torna sul palco di Sanremo. Pubblica quindi il suo primo album “Francesca Alotta”.
In questi anni l’artista siciliana ha dovuto trovare la grinta e il coraggio per superare parecchie avversità, dalla perdita di un figlio alla scomparsa dell’amato papà. Nel ’97 la cantante collabora con Demo Morselli, Federico Salvatore e Loredana Berté, che duetta con lei in “E la luna bussò”.
In questi anni la sua presenza è costante nella trasmissione “Buona Domenica” e nel 2004 prende parte a Music Farm, condotto da Amadeus. Partecipa inoltre a due edizioni del “Festival della nuova canzone siciliana” e vince anche un premio alla carriera. Riappare in televisione nel 2018 a “Ora o mai più” e la musica le da la forza di reagire alla grande all’arrivo di una brutta malattia; esce appunto infatti l’ultimo lavoro di Francesca Alotta “Anima Mediterranea”, contenente 16 brani siciliani e napoletani e uno scritto da lei. Le chiediamo di raccontarci qualcosa di questo lavoro e come è nato.
Francesca Alotta racconta “Anima Mediterranea”
“Anima Mediterranea” è dedicato a mio padre scomparso, dato che avremmo dovuto farlo insieme. Il disco contiene brani antichi in onore di papà, che vinse il “Festival della canzone siciliana”. Il lavoro è tutto in acustico, con quattro eccelsi strumentisti fissi, i trenta coristi del Maestro Paolo Li Rosi, Cristiano Viti agli arrangiamenti, il contrabbassista di Mina Massimo Moriconi, Luca Tufano alla chitarra acustica e ukulele, Simone Federicuccio Talone alle percussioni e Giuseppe Milici, armonicista a bocca, famosissimo in tutto il mondo. In più ci sono vari strumenti etnici registrati in una chiesa sconsacrata per ottenere degli effetti particolari tramite una ricerca sonora molto accurata.
Insomma, un lavoro autoprodotto pieno di grande passione, la cui preparazione è durata circa 4 anni. Anche una ricerca storica delle origini dei brani è servita allo scopo di diffondere la cultura siciliana, agli italiani e all’estero. Nel disco vi è anche l’affettuosa partecipazione di Aleandro Baldi, che ha cantato in acustico con la Alotta “Non amarmi”.
Tanti sono gli aneddoti che Francesca Alotta ha scoperto, approfondendo la storia dei brani; ad esempio “O surdato ‘nnamorato” era una canzone che non si poteva cantare poiché avrebbe potuto dare adito all’idea di disobbedienza, quindi si rischiava di essere arrestati”. “E vui durmiti ancora”, invece, fu cantata da un soldato in una pausa del conflitto mondiale e gli austriaci ascoltandola applaudirono.
Questo dimostra l’enorme forza della musica, che riesce ad oltrepassare anche le guerre, grazie alle note che arrivano fin dentro l’anima. “Con “Anima Mediterranea” ho avuto delle grandissime soddisfazioni, prediligendo il lavoro in acustico che permette di accantonare tutto il “rumore” per dare più spazio alla voce che arriva al cuore, limpida e potente”, dice Francesca; per questo motivo è nato anche il concerto live in trio acustico.
La rinascita grazie alla musica
In seguito a quel periodo difficile infatti, a causa della grave malattia e dall’inizio della pandemia, Francesca è stata attorniata da amiche importanti. In questo momento l’artista ha videoregistrato un concerto live in trio acustico con Paolo Rainaldi, chitarrista che la segue ovunque e con il quale compone brani nuovi e con Giovanna Famulari, che ha lavorato con Tosca e Ron. La famosa violoncellista nel live suona le percussioni e canta insieme a Francesca.
“L’idea del Live è nata per fronteggiare questo momento di crisi, perché era molto triste vedere tutto fermo e immobile. Cosi abbiamo pensato di fare questo concerto al Teatro Arciliuto, un Teatro molto carino di Roma, per non subire questa pandemia e non restare fermi a guardare”. Chiedendo un contributo ai fans per poter aiutare la musica è stato possibile pagare gli artisti, supportati massicciamente sui social dai suoi fedeli Alottini. “È importante comprare dischi”, esorta Francesca, “sostenere sempre la musica”, senza mai abbandonarla. Il prossimo progetto musicale al quale si sta dedicando si terrà in un sito storico di importanza archeologica e verterà sulla vita di Francesca.
Casa Alotta Made in Italy
Casa Alotta Made in Italy è un format video che si svolge tramite collegamenti da casa di Francesca Alotta, sempre popolata di animali, dove l’artista, ottima cuoca, canterà mentre è ai fornelli. L’appuntamento settimanale sarà presto proposto alle televisioni ed è stato importante nel il periodo di recupero a livello psicologico per reagire. Questo progetto ha fatto compagnia a tanta gente durante il lockdown, “dando modo di pensare che ogni difficoltà si possa superare, compresa questa pandemia”, dice Francesca. “La pandemia è forse anche una occasione per migliorarsi, guardarsi intorno e dentro” e la musica è una parte importante di ciò. “Senza la musica non avrei potuto continuare, perché mi la forza di andare avanti, ora sto organizzando un disco dvd live con nuovi brani che parlerà della mia vita e questo mi rende felice”.
LEGGI ANCHE: Ora o mai più oggi in tv: anticipazioni, brani, cosa vedremo nella puntata del 2 agosto