Non ce l’ha fatta il senzatetto polacco che, il 3 gennaio scorso a Roma, era rimasto coinvolto in un violento incendio divampato da una candela. Il senza fissa dimora aveva deciso di ripararsi dal freddo in quella prima domenica di gennaio e di scaldare come meglio poteva il suo rifugio di fortuna: ma ecco che le fiamme lo avevano inevitabilmente e tristemente avvolto. Con lui anche la sua compagna. I primi a rendersi conto del fatto erano stati tre autisti Atac, che prontamente erano intervenuti con gli estintori per spegnere l’incendio. Ma a nulla è servito: troppo gravi le ferite riportate dal clochard. Eppure, come spiega l’associazione Assobus Onlus – l’uomo non è morto per le ustioni, ma di freddo.
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“M. era un uomo polacco che dormiva in un rifugio di fortuna a Roma. Aveva molto freddo e, insieme alla compagna, aveva deciso di riscaldare la piccola dimora con una candela. Il rifugio ha purtroppo preso fuoco e lui si è ustionato gravemente. M. è morto di freddo e non per le ustioni. All’alba del 2021, nella grande e immensa Roma, si muore ancora di freddo. Le vittime del freddo sono vittime dell’indifferenza e della negligenza di un sistema ingiusto che non protegge i cittadini. L’atroce e dolorosa morte di M., la sua rabbia per l’impotenza verso il freddo, suggeriscono che ci sia davvero un’azione irresponsabile da parte delle istituzioni. Assobus Onlus oggi è triste per una morte ignobile, prevedibile e sicuramente evitabile. Ciao M., se solo avessi potuto, Ti avrei aiutato” – così in una nota Maria Tridico, Presidente dell’Associazione.