Il periodo di pandemia che stiamo vivendo ha messo in ginocchio molte famiglie, causando dei veri e propri disagi socio-economici a tutta la popolazione. L’assurda storia che segue è solo uno dei tanti esempi di alcune realtà che spesso vengono sottovalutate finendo facilmente nel dimenticatoio.
La protagonista di questa vicenda è una donna che vive con la sua bimba di 7 anni in un appartamento. Un giorno, però, arriva la notifica di sfratto senza proroga, ma non solo: la donna è stata sottoposta a minacce e aggressioni fisiche. La testimonianza della violenza inaudita è stata raccolta da Unione Inquilini.
Cosa è “Unione inquilini”
Unione inquilini nasce come “la pagina dei comunicati sia nazionali che locali. Un punto di riferimento per gli operatori dell’informazione. Per la necessità di far conoscere le attività e le iniziative dell’Unione Inquilini.”
“Vogliamo raccontarvi le storie degli inquilini che vivono sulla propria pelle il dramma della precarietà abitativa. Con la pandemia tantissime famiglie hanno perso il proprio reddito e oggi sono impossibilitate a pagare l’affitto. (…) Oggi raccontiamo una storia di inaudita violenza ai danni di un inquilina che dopo aver perso il lavoro e la coinquilina con cui divideva l’affitto, sola con una bambina, si è vista minacciare di morte dal proprietario. La signora si è salvata da una violenta aggressione dei vicini di casa grazie alla figlia di 7 anni, ora sotto shock, che ha avuto la prontezza di chiamare le forze dell’ordine intervenute per salvarle. L’inquilina ha ascoltato chiaramente i proprietari ingaggiare, con la promessa di un regalo, i vicini di casa, come da querela presentata ai carabinieri, di obbligare la signora a lasciare l’appartamento.”
La testimonianza
“Ho perso il lavoro a marzo a causa del Coronavirus. Da aprile non sono più riuscita a pagare l’affitto”, ha testimoniato la donna in una video intervista. “Sono stata costretta a chiamare i carabinieri per più di cinque volte. (…) Ad agosto il proprietario e la moglie mi hanno minacciato, la mia bambina piangeva, io ho chiamato i carabinieri e mi hanno detto di chiudermi dentro casa e di non uscire (..) Sento le loro grida ogni volta che capiscono che sto uscendo di casa. Fanno rumore anche a notte fonda per disturbarmi. Io non dormo più. La mia bambina non vuole più uscire per andare a scuola”.
L’episodio più grave si è verificato alla fine del 2020, il 30 dicembre: “Mentre stavo uscendo tre persone, un uomo e due donne, mi hanno accerchiato. Io ho cercato di mettere in salvo la mia bambina, di farla rientrare dentro casa. Mi hanno preso il braccio e il collo e mi hanno dato dei pugni e delle botte. Mia figlia ha preso il telefono e ha chiamato i carabinieri che sono arrivarti poco dopo. Allora hanno minacciato anche lei. Quando sono arrivati hanno chiamato un’ambulanza che mi ha portato al pronto soccorso”.