Roma e la sua provincia, ma un po’ tutto il Lazio, sempre più al centro della criminalità organizzata e delle mafie. Il rapporto Eurispes, pubblicato ieri, dà un’analisi spietata del nostro territorio, con la provincia di Roma che balza al primo posto per la crescita del livello di permeabilità alla criminalità organizzata, salendo di ben 44 posizioni in un solo anno. Una situazione preoccupante, specie di fronte all’analisi dinamica dell’IPCO, che evidenzia una generale diminuzione del livello di permeabilità sul territorio nazionale, andamenti eterogenei tra le province, un aumento delle differenze tra le province, una riduzione dei casi di permeabilità più gravi e l’assenza della polarizzazione Nord-Sud osservata nell’analisi statica.
Ma, appunto, fa eccezione la provincia di Roma, il cui livello di permeabilità è cresciuto di 3,28 punti, salendo in graduatoria di 44 posizioni, seguita dalla provincia di Milano, il cui livello è cresciuto del 2,57 punti, salendo di 39 posizioni.
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Le parole del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo
«Quello dell’Eurispes – commenta il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho – è uno studio di grande importanza per l’osservazione di carattere scientifico di fenomeni complessi, che fornisce indicazioni di grande interesse che ci aiutano a proiettare con sempre maggiore puntualità le strategie di contrasto sul territorio e nello stesso tempo segnala gli snodi di maggiore fragilità del nostro sistema economico e sociale».
«La natura della permeabilità alla criminalità organizzata – spiega il Presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara – prende forme diverse a seconda dei territori. Difatti la criminalità organizzata ha dimostrato di saper adattare le proprie strategie di crescita ai bisogni del territorio, riuscendo spesso a presentarsi come alternativa alle risorse legali, soprattutto per le categorie sociali più vulnerabili. Ciò permette a queste organizzazioni di aumentare sia il loro controllo sul territorio, sia il sostegno ricevuto da parte dello stesso. Inoltre, prosegue Fara, infiltrandosi nei tessuti produttivi legali, la criminalità organizzata mimetizza le proprie condotte rendendo più difficile distinguere tra legale e illegale. Ciò avviene tanto per i processi produttivi, quanto per le risorse usate e per le forme organizzative e di competizione, con grave danno delle realtà imprenditoriali più virtuose, della credibilità di un intero sistema economico, della fiducia nella sua struttura finanziaria e nei flussi che da essa promanano.
In generale, conclude il Presidente dell’Eurispes, nelle province del Sud la vulnerabilità è principalmente dovuta a forme di fragilità economico-sociali, che spingono i gruppi criminali a forme più tradizionali di controllo del territorio, che generano a loro volta una maggiore fragilità. Nelle province del Nord la vulnerabilità è più legata al mondo produttivo, dove i gruppi criminali possono infiltrarsi in virtù della forza finanziaria ottenuta attraverso proventi illeciti».