Spostamenti a Natale, Giuseppe Conte come Ponzio Pilato o meglio come uno stratega molto scaltro. Dopo le varie “insurrezioni” legate ai divieti di spostamento da un Comune all’altro nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno, con l’assurdità di poter percorrere anche molti più di 40 chilometri all’interno della stessa città (basta guardare Roma, se si vive a Ostia e si deve andare alla Bufalotta o a San Basilio a trovare prendere una sorella e poi andare a Monte Mario a pranzo dalla mamma ecco qui che si si sono percorsi almeno 50 chilometri, a dir poco) e, al contrario, il non poter fare quei 6 o 7 chilometri che magari separano dagli ormai famosi “congiunti” perché residenti in un altro Comune, adesso il Presidente del Consiglio passa la palla al Parlamento. Genitori, nonni, che non aspettano altro che questi giorni di festa per rivedere figli e nipotini, con le dovute cautele, ma anche fidanzati, che vorrebbero approfittare dei momenti in cui non si lavora per poter stare insieme, quasi sicuramente potranno incontrarsi. Queste, infatti, le parole di Conte da Bruxelles: «Se il Parlamento, assumendosene tutta la responsabilità, vuole introdurre qualche eccezione per i Comuni più piccoli, consentendo una circolazione in un raggio contenuto, lo faccia. Il Parlamento è sovrano».
La “marcia indietro” è dovuta non solo ai malumori del popolo che non vive nelle grandi città, ma anche di buona parte della politica, a partire dal M5Stelle, dal Centrodestra, da Italia Viva e da una parte del Pd. Ovviamente è d’obbligo «grande cautela e attenzione» per evitare «una terza ondata di contagi». In questo modo il Premier delega al Parlamento la decisione (e le eventuali conseguenze) figurando nel contempo come la persona che ascolta tutti e accoglie le richieste. Ma agli spostamenti nei giorni di festa non tutti sono d’accordo: c’è un’ala rigorista che dice no e che potrebbe fare ostracismo fino all’ultimo, quindi non è detto che tutto fili liscio: si tratta dei ministri Roberto Speranza (Salute), Dario Franceschini (Cultura) e Francesco Boccia (Regioni) e di una parte consistente del Pd. «Allentare durante le feste di Natale farebbe più danni di quanti ne ha fatti il Ferragosto», sostengono. Insomma, permetteteci di scherzare, anche se l’argomento è molto serio: detta alla romana, i parenti “cittadini” vanno bene, quelli “burini” no, possono pure restare da soli. E non è uno scherzo…