Siamo nel pieno dell’emergenza Coronavirus, ma da giorni non si fa altro che parlare di una terza ondata che potrebbe stravolgere ancora di più l’Italia. Tra ospedali in sofferenza, personale sanitario stremato e crisi economica che da mesi sta piegando la società. I nuovi casi in Italia continuano ad essere tanti e i numeri dei morti che ogni giorno si contano fanno davvero paura. Solo ieri, su 188.659 tamponi si sono registrati 23.232 nuovi contagiati e 853 morti. E se la prima ondata ci ha colto impreparati, la seconda non è da meno, tant’è che la domanda che in molti si pongono è: si poteva, forse, fare qualcosa di più? E con un paese suddiviso in tre zone di rischio e con il Natale alle porte, gli italiani si domandano cosa si potrà fare e come e quando se ne uscirà da questa pandemia. Certo, ci sono grandi aspettative sul vaccino ma, come ha ricordato Ilaria Capua ai microfoni della trasmissione DìMartedì, questo non deve essere visto come una panacea: bisognerà fare una campagna importante di vaccinazione (ben pensata e studiata) e ci vorrà tempo prima che tutta la popolazione venga vaccinata. Ed è ecco che è lecito chiedersi: ci sarà, dunque, una terza ondata?
Terza ondata in Italia: quando ci sarà? E quanto durera?
In questo momento, dicono gli esperti, siamo molto vicini al picco della seconda ondata. Le ondate di Coronavirus durano circa 100 giorni. Ma quando ci sarà la prossima ondata? Su questo ancora non c’è una data certa, ma gli scienziati sono convinti che ci sarà. Secondo Bertolaso, ospite della trasmissione 105 Friends di Radio 105, tra febbraio e marzo e a Natale non ci sarà nessun ‘via libera tutti’; per il direttore del dipartimento di Anestesia e rianimazione del Gemelli di Roma, Massimo Antonelli, ci troveremo di fronte alla terza ondata già a metà gennaio quando ci potrebbe essere il picco influenzale. Ma c’è anche chi, come Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, ai microfoni dell’Adnkronos, ha dichiarato che ci potrebbe essere anche una quarta o addirittura quinta ondata. Perché con il coronavirus dobbiamo conviverci, ancora per molto tempo.