La prima è stata ripresa al bivio sulla rampa di uscita dalla Pontina provenendo da Latina; la seconda in Largo Columella, lato campo sportivo.
Entrambe non contengono le informazioni che dovrebbero dare ai clienti, ex-utenti: il numero della linea e l’orario di passaggio.
La prima è un rimasuglio del servizio di trasporto pubblico urbano esercito in economia dal Comune; istituito nel 1974 (Sindaco Claudio Caponetti), cessato il 30 settembre 1991, con strascico di battaglie sindacali. Gli autisti accettarono il loro reimpiego in altre attività, ma pretesero giustamente il mantenimento dell’inquadramento professionale come autoferrotramvieri (ne esiste ancora uno all’ufficio protocollo del Comune).
La seconda sta a documentare un ulteriore fallimento: il 13 maggio 2002 la associazione temporanea d’impresa fra Autoservizi Troiani S.r.L. (capogruppo mandataria) e la A.P.M. S.p.A. di Perugia presentano la busta C con il ribasso del 4,82% sulla base di euro 321.415,92 per una percorrenza annua di Km 285.211 annui come da deliberazione del consiglio comunale n°155 del 22.12.99, con fondi trasmessi dalla Regione e girati all’esercente.
Anche il secondo esperimento è viziato da un “peccato originale”: la mancata rilevazione della domanda di trasporto pubblico e delle sue modalità.
Pur stabilendo degli orari di partenza da un capolinea e di arrivo a quello opposto (calcolo fatto in base alla velocità commerciale e alla distanza fra gli opposti capolinea) le paline delle fermate non indicavano il numero della linea né l’orario di transito.
Per farla breve, la delibera di giunta n° 244 del 28 settembre 2007 sanciva un coefficiente economico di esercizio di 0,122 a fronte di un minimo previsto dalla normativa regionale di 0,350. Esubero di vetture kilometro rispetto ai viaggiatori kilometro, vale a dire autobus perennemente vuoti o quasi. Anziché sedersi e riflettere sulle ragioni del fallimento, nel corso degli anni venivano stilati degli atti aggiuntivi fra il Comune che pagava (salato) e la Troiani che incassava (in aggiunta ai fondi regionali). Tale prassi è stata oggetto di severe critiche da parte dei due Ispettori del MEF nel corso della ispezione dello stato patrimoniale del Comune.
Il Comune di Pomezia aderisce al Patto dei Sindaci, istituzione UE che ha per scopo la riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. La prima relazione biennale del luglio 2012 (disponibile in rete) non dipinge una situazione rosea. In compenso a Pomezia non esiste un piano del traffico, preciso obbligo stabilito dal Codice della Strada per i Comuni al di sopra dei 30.000 abitanti.
Nel corso di un incontro con l’Assessore Veronica Filippone, ho illustrato la situazione suggerendo anche l’istituzione del trasporto pubblico a chiamata e itinerari flessibili.
Riuscirà Pomezia ad avere un servizio di trasporti pubblico senza sprechi ed idoneo alle esigenze dei cittadini?
Valentino Valentini