“Sarebbe moralmente inaccettabile se riaprissimo tutto a Natale, per fare tutto il casino fatto in Sardegna quest’estate e ricominciare dall’inizio”. In diretta al programma Agorà di Rai3, oggi 17 novembre, il virologo Andrea Crisanti boccia l’ipotesi di una riapertura nel periodo natalizio.
Dopo una Pasqua passata in lockdown, le speculazioni su quanto avverrà durante il prossimo Natale sono tante. C’è chi afferma che i più recenti irrigidimenti del governo nei confronti delle singole regioni stia rallentando la curva dei contagi, ma Crisanti, professore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, commenta così il presente attuale: “I casi non stanno aumentando al ritmo della settimana scorsa. Se ieri fossero stati fatti 210-220mila tamponi, saremmo arrivati a circa 36-37mila casi. Quindi ci troviamo davanti a piccole variazioni rispetto al numero dei casi. Sicuramente le misure hanno avuto l’effetto di rallentare l’andamento della curva: la prossima settimana vedremo se la curva inizierà a scendere. Se non scende, bisogna fare qualche altra cosa. Sono morte 9mila persone dall’inizio della seconda ondata, le famiglie stanno pagando un prezzo emotivo immenso”.
Leggi anche: Coronavirus, la Sottosegretaria Zampa smentisce un nuovo lockdown totale
Natale in lockdown: un sacrificio italiano
Crisanti dichiara che l’obiettivo del governo “era smorzare il picco senza compromettere la componente economica che si vuole preservare. Ma è un obiettivo che in qualche modo stanno raggiungendo. Stiamo imponendo un sacrificio importante agli italiani, stiamo accettando un sacrificio sociale ed emotivo ogni giorno con 500 morti”.
Leggi anche: Conte: ‘Sacrifici adesso per scongiurare lockdown a Natale’