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Aziende a rischio chiusura: l’Unione Artigiani Italiani scrive a Conte. Ecco le proposte

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Quali regioni zona arancione dal 24 gennaio 2022?

Contributo a fondo perduto di Euro 10.000 ad azienda oggetto di chiusura per DPCM; pagamento dei canoni di locazione alle stesse attraverso il credito d’imposta al Locatario; sospensione di tutte le imposte dirette e indirette a tutte le imprese indistintamente fino al gennaio 2022 con diluizione in 5 anni a tasso zero; sospensione delle utenze per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020; immediato rafforzamento della mobilità mediante utilizzo delle migliaia di imprese del trasporto privato ferme e non operative; utilizzo dei percettori di RDC per sostegno alla fascia più anziana della collettività; snellimento burocratico delle procedure. Questi gli interventi prioritari da mettere in campo immediatamente entro la prima decade di novembre richiesti dall’Unione Artigiani Italiani al Governo. Il documento, firmato dai presidenti di tutte le Confederazioni della UAI è stato inviato al Premier Conte e ai ministri Catalfo, Patuanelli e Gualtieri alla luce dei dati raccolti provenienti da centinaia di aziende pronte a chiudere: “La scrivente Confederazione Datoriale e le Federazioni di Settore ad essa collegate – si legge nella lettera – esprime preoccupazione per i gravi fatti che si stanno verificando in queste ultime ore a seguito del DPCM del 24 ottobre 2020. Premesso che tali manifestazioni in questo particolare momento di emergenza non possono essere che condannate e le problematiche si devono affrontare con il dialogo e le soluzioni adeguate. Al contempo non possiamo che esprimere la nostra solidarietà e vicinanza alle migliaia di imprese che sono in ginocchio e che vedono svanire i sogni ed i sacrifici di una vita. Non dimentichiamo che queste attività, in particolar modo quelle ricadenti nelle grandi città d’arte italiane, hanno sofferto anche nel periodo estivo non vedendo turisti stranieri. Bisogna intervenire immediatamente – spiega il Presidente UAI Gabriele Tullio – per tranquillizzare e ristorare le imprese colpite, il tempo degli annunci è finito. Il tessuto produttivo aspetta azioni concrete ed immediate auspico che il Governo ci ascolti e ci convochi immediatamente, altrimenti saremo costretti a scendere in piazza al fianco loro”. Così in una nota l’ Unione Artigiani italiani. 

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