Si chiede, infine, di “sollecitare l’Agenzia del Demanio a destinare, senza riserve, l’area in oggetto a patrimonio esclusivo dello Stato con l’obiettivo di consentire l’alienazione dei terreni ad uso civico agli originari assegnatari e loro dante causa” e di “intervenire sul comune di Ardea per ribadire la non condonabilità di manufatti abusivi realizzati in aree gravate da diritti di uso civico demaniale, in armonia con il parere formulato dai funzionari comunali il 31 luglio 2006”.
Storace ha ripercorso la storia delle intimidazioni e degli attentati avvenuti ad Ardea non soltanto a danno di giornalisti e politici, ma anche di strutture pubbliche, come l’ufficio tecnico comunale. “Una strategia del fuoco intollerabile – ha dichiarato Storace – che ha colpito in particolar modo il settore dell’uso civico”. Nella mozione il segretario nazionale de La Destra suggerisce possibili soluzioni per arrivare a definire in modo legale la questione dell’uso civico. Va ricordato come proprio grazie ad una legge voluta da Storace, allora governatore del Lazio, ad Ardea oggi si affrancano i terreni nelle zone edificabili a 20 centesimi di euro al mq e non più a cifre astronomiche di migliaia e migliaia di euro. La mozione ha trovato il riscontro positivo di tutti i consiglieri regionali e del Presidente Zingaretti.
Di seguito il testo della mozione.
“Premesso che:
nel Comune di Ardea nelle ultime settimane si sono registrati gravissimi episodi intimidatori ai danni del giornalista Luigi Centore, che ha portato a conoscenza della pubblica opinione mediante organi di stampa locali l’illegalità diffusa presente nella zona “Le Salzare” presso il comune in oggetto; anonimi malviventi hanno incendiato nella notte tra il 9 e il 10 e tra il 15 e il 16 luglio tre automobili di proprietà del cronista, e dei suoi familiari, dopo che aveva subito un attentato analogo nel 2005; i consiglieri comunali anche della scorsa consiliatura sono stati fatti oggetto di minacce con proiettili, via posta, presso le loro abitazione e quindici giorni fa è stata incendiata l’auto del consigliere comunale Franco Marcucci, mentre un principio di incendio è stato appiccato alle automobili del sindaco Di Fiori e del presidente del consiglio comunale Giordani.
Considerato che:
nel comune di Ardea in zona “Le Salzare”, un’area di 706 ettari la cui proprietà è indefinita a causa di un contenzioso cominciato nel 1927 tra i cittadini che rivendicavano l’esistenza di diritti di uso civico e Mario Sforza Cesarini proprietario latifondista di un terreno che allora si estendeva per circa 4.500 ettari; nelle more del procedimento una parte della tenuta degli Sforza Cesarini fu sequestrata e provvisoriamente assegnata ai cittadini ivi stanziati per esercitarvi direttamente l’uso civico, di natura agricola e pastorale non cedibile e non soggetta ad usucapione di quelle quote di terra, nel frattempo gli occupanti-assegnatari frazionarono l’area edificandola e vendendola senza titolo notarile di proprietà.
Valutato che:
con sentenza di Cassazione n. 297/1989 sono stati considerati nulli gli accordi di conciliazione, scorporo e assegnazione per assenza del visto ministeriale che i 706 ettari sono tornati nelle disponibilità di Sforza Cesarini con gravame di uso civico; il latifondista nel frattempo aveva stipulato un atto privato di vendita a terzi della tenuta mai registrato, in favore della società “La Fossa” e che nel 1986 il Duca Mario Sforza Cesarini è deceduto e gli eredi rinunciarono formalmente all’eredità giacente; nel 1999 il Pretore di Roma ha dichiarato chiusa l’eredità giacente Sforza Cesarini e operato la procedura di devoluzione della stessa in favore dello Stato ex art. 586 codice civile.
Preso atto che:
successivamente è stata chiesta la trascrizione a patrimonio dello Stato, la quale è avvenuta con riserva; il comune di Ardea, nella causa degli usi civici ha chiesto al commissario degli usi civici l’applicazione del canone inverso teso a trasformare i 4.500 ettari di terre private in terre comunali pagando un canone in favore di Sforza Cesarini (che non c’è più, quindi sarebbe un pagamento in favore dello Stato stesso, in qualità di suo erede); al confine con i 706 ettari insiste un complesso edilizio sorto sopra un sito archeologico e ad oggi occupato da centinaia di persone senza fissa dimora, con pesanti ripercussioni sotto il profilo dell’ordine pubblico e con continui episodi di violenza, omicidi e di spaccio di sostanze stupefacenti già note alle autorità; il Corpo di polizia municipale di Ardea ha effettuato circa duecento verbalizzazioni di attività commerciali sprovviste dei requisiti essenziali per operare.
Il Consiglio regionale impegna il Presidente Nicola Zingaretti:
a convocare un tavolo con la partecipazione del Direzione investigativa antimafia e il corpi Vigili urbani, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza per debellare la criminalità che si annida nel comune di Ardea, consegnando alla giustizia i responsabili di atti intimidatori contro le istituzioni e i giornalisti che hanno avuto il coraggio di denunciare lo stato illegale nel quale versa la zona “Le Salzare”; a presentare un esposto dettagliato alla Procura della Repubblica di Velletri in riferimento ai fatti elencati; a completare la demolizione, avviata nel marzo 2012 dalla precedente amministrazione comunale con il sostegno economico della Regione Lazio, del complesso edilizio in via delle Salzare sorto sopra un sito archeologico, ad oggi occupato da centinaia di persone senza fissa dimora, dove si concentrano attività illegali legate ad episodi di violenza ed allo spaccio di sostanze stupefacenti; a sollecitare l’Agenzia del Demanio a destinare, senza riserve, l’area in oggetto a patrimonio esclusivo dello Stato con l’obiettivo di consentire l’alienazione dei terreni ad uso civico agli originari assegnatari e loro dante causa; a intervenire sul comune di Ardea per ribadire la non condonabilità di manufatti abusivi realizzati in aree gravate da diritti di uso civico demaniale, in armonia con il parere formulato dai funzionari regionali”.