Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza Inps, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sulla cassa integrazione. “Purtroppo sui numeri, l’Istituto non è chiarissimo –ha affermato Loy-. In passato si usava produrre documenti periodici interessanti, dal famoso scivolone ‘Pagheremo tutti entro giugno’ c’è stata una specie di stitichezza statistica nel produrre dati sulla cassa. Comunque noi siamo stati in grado di produrne alcuni e rileviamo che ci sono 200mila domande di aziende ancora da autorizzare, tra questi però ci sono anche coloro che l’hanno presentata da poco. Ci sono ritardi di 1-2 mesi o di qualche settimana, però c’è un bel numero di lavoratori che non hanno la fortuna di stare in aziende che anticipano la cassa integrazione e debbono aspettare. Si è deciso di utilizzare uno strumento ordinario come la cassa integrazione, con la macchina che era pronta per fare 100km e gli hanno chiesto di farne mille. A questo sono dovuti i ritardi. Si potevano dare i soldi alle aziende da mettere in busta paga ai lavoratori come se fosse lo stipendio, era una strada forse un po’ rischiosa ma più efficace perché sarebbero arrivati subito i soldi ai lavoratori”.
Sulla crisi economica e i fondi europei. “Dalle crisi nascono opportunità. Vediamo se stavolta si potrà prendere una strada nuova. I soldi europei sono parecchi, sono in parte a debito, quindi bisogna mettere in campo misure che non si esauriscano nel breve, ma abbiano un impatto duraturo. Ad esempio infrastrutture che aiutino la crescita e lo sviluppo. Buona parte di queste risorse devono andare là, anche se non pagano subito a livello elettorale. Parallelamente sappiamo che sarà un periodo difficile, l’occupazione calerà quindi qualcosa per garantire un aiuto a molte persone va messo in campo”.