ROMA (ITALPRESS) – La parità di genere non è una chimera per le aziende italiane. Un pò a sorpresa, secondo l’ultima indagine condotta dall’istituto tedesco qualità e finanza, intitolata “Italy’s Best Employers for Women”, nel nostro Paese 51 imprese di grandi dimensioni ottengono il punteggio pieno.
Tra queste i più grandi nomi dell’economia italiana, oltre ad alcune multinazionali straniere che operano sul nostro territorio. Un dettaglio non da poco perchè si tratta di datori di lavoro con migliaia di dipendenti. Spiccano così Banca Generali, Ferrero, Nespresso, Ferrovie dello Stato e Pirelli, mentre tra gli stranieri primeggiano i big del tech americano, Amazon, Google, Microsoft.
Nella categoria finanza Banca Generali ottiene il punteggio massimo a quota 100 e si piazza davanti a Borsa Italiana (82,1) e Banca d’Italia (81,3). Più staccate Mastercard e American Express che si fermano al 78,9 e al 71,7.
La classifica, alla sua prima edizione, premia i 200 migliori datori di lavoro per le donne in Italia e per stilarla, l’Istituto tedesco qualità e finanza ha considerato oltre 2.000 fra le più importanti aziende, utilizzando un innovativo metodo di “ascolto” del web. Dipendenti e consumatori utilizzano, infatti, sempre più spesso i social per esprimere le proprie opinioni che restituiscono un quadro molto preciso delle condizioni di lavoro all’interno di ogni singola impresa. Si tratta di una modalità più approfondita e affidabile della tradizionale intervista telefonica: grazie ai suoi software, l’Istituto ha infatti raccolto 2,5 milioni di citazioni su 45 argomenti diversi.
Partendo da questo materiale grezzo è stata poi utilizzata l’intelligenza artificiale per controllare ogni frammento di testo e capire se il tono in cui è scritto è positivo, negativo oppure neutro.
I dati rilevati sono quindi stati suddivisi in tre macro-aree di ricerca: cultura d’impresa, pari opportunità e carriera. Nella prima area sono incluse tematiche quali “smart working”, “flessibilità dell’orario di lavoro”, “clima lavorativo e correttezza del responsabile”; nella seconda “la parità di diritti per le donne”, “quote femminili”, “divario di retribuzione” e “opportunità di avanzamento per le donne”; nella terza infine “la promozione della formazione”, “le prospettive di lavoro” e “il percorso professionale”.
(ITALPRESS).
Parità di genere, a sorpresa le aziende italiane non sono indietro
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