L’installazione di un filtro dell’aria e di un impianto di ventilazione rappresenta uno dei passi inevitabili da compiere nel momento in cui ci si cimenta nella coltivazione indoor della cannabis. I filtri servono, in particolare, a eliminare tutti gli odori; nella maggior parte dei casi vengono scelti quelli a carboni attivi, che poi sono gli stessi che in genere vengono adoperati per i tubi di scarico dei veicoli. Insomma, ricorrendo a queste soluzioni si ha la certezza di poter depurare l’aria di una grow room in maniera più che efficace. Il loro meccanismo di funzionamento, per altro, è molto semplice da capire: il filtro viene attraversato dall’aria, così che tutte le impurità e gli odori possano essere eliminati. Così l’aria che esce all’esterno non ha odori.
Come si installano i filtri dell’aria
I filtri a carboni attivi in genere sono collegati con i sistemi degli estrattori aria; di conseguenza i filtri stessi sono in grado di espellere l’aria calda che si è andata accumulando dentro il locale in cui avviene la coltivazione. Fino a quando ci si limita a coltivare un paio di piante, con tutta probabilità non c’è neppure bisogno di comprare un impianto a filtri, ma il discorso è diverso se si gestisce una grow room di dimensioni più grandi. In questo caso non si può fare a meno di usufruire di un impianto di estrazione che sappia garantire standard di qualità elevati.
Il sistema di ventilazione
Affinché le colture di cannabis possano garantire la resa che è lecito attendersi è molto importante prestare attenzione alla circolazione dell’aria. Nel corso del loro ciclo di crescita le piante hanno bisogno di aria fresca, e il modo migliore per garantirlo è quello di installare un sistema di ventilazione ad hoc. È chiaro, infatti, che in un ambiente indoor è opportuno cercare di riprodurre per quanto possibile le condizioni che si trovano in natura, dove le piante di cannabis vengono baciate in continuazione da una lieve brezza. È proprio questa brezza che fa sì che le piante si possano proteggere dal marciume delle cime e non corrano il rischio di ammuffirsi; allo stesso tempo, si possono difendere dal ragnetto rosso, dai moscerini del terriccio e da altri nemici potenzialmente pericolosi.
A che cosa serve la circolazione dell’aria
Per tutti questi motivi se ci si cimenta nella coltivazione della cannabis indoor è necessario pensare a come assicurare la migliore circolazione dell’aria possibile, che per altro contribuisce a tenere sotto controllo i livelli di calore e di umidità dell’ambiente in cui le piante crescono. Per esempio, viene ridotto il tasso di umidità che si potrebbe innalzare in seguito a un periodo di pioggia o a un altro tipo di perturbazione atmosferica. Non va dimenticato, poi, che una brezza lieve ma costante fa sì che i gusti e i rami delle piante divengano più resistenti: essi, infatti, reagiscono in modo naturale alla forza del vento e sono sollecitati a irrobustirsi e rafforzarsi.
Le precauzioni necessarie per le coltivazioni indoor
Il fatto che le coltivazioni indoor non siano esposte a piogge o ad altre precipitazioni atmosferiche non implica che esse siano al riparo da qualsiasi tipo di rischio: esse, infatti, sono comunque esposte ai parassiti, così come risultano suscettibili a diverse patologie tipiche delle coltivazioni all’aria aperta. Tutti questi sono motivi più che sufficienti per capire quanto sia indispensabile ricorrere a un sistema di ventilazione ben funzionante e di qualità per fare sì che le piante abbiano a disposizione la quantità di corrente di aria di cui hanno realmente bisogno. I ventilatori da parete classici vengono usati di frequente allo scopo di incrementare, all’interno di una coltivazione indoor, la circolazione dell’aria: un metodo semplice ma al tempo stesso efficace.
Non solo ventilatori
È sufficiente collocare i ventilatori in punti strategici per essere sicuri che tutte le parti alte delle piante possano beneficiare di una brezza continua, anche se leggera. A volte, però, può accadere che i ventilatori da soli non bastino e ci sia bisogno di compiere un passo in più: si tratta, in altre parole, di ricorrere a un sistema di estrazione attraverso il quale si possa far entrare aria più fresca aspirando l’aria calda, e ormai stantia, che si è accumulata nel locale. Ciò permette di gestire l’umidità e il calore in maniera ottimale: il che non è un aspetto da sottovalutare, per uno spazio di coltivazione chiuso.
Come usare gli estrattori d’aria e i ventilatori
Vale sempre la pena di tener presente che quando la corrente di aria è eccessiva, le piante possono essere stressate o addirittura andare incontro alle cosiddette bruciature da vento: insomma, la brezza deve essere costante, ma comunque leggera. Diversi coltivatori decidono di collocare gli estrattori di aria al di sopra delle lampade, poiché è proprio in quei punti che l’aria calda tende ad accumularsi in misura più consistente. In circostanze del genere possono bastare dei normali ventilatori per fare in modo che l’aria venga mantenuta in movimento continuo dentro il locale.
L’installazione dei ventilatori
Una volta che i ventilatori sono stati installati, è necessario controllare l’intera superficie per essere certi che l’aria arrivi in tutti i punti del locale. È opportuno, però, che i ventilatori non puntino con una velocità troppo alta sulle piante; piuttosto è meglio favorire la comparsa e il mantenimento di un flusso di aria continuo attorno alle parti apicali. Va ricordato, poi, che nello spazio in cui si coltiva è necessario avere la possibilità di tenere sotto controllo in qualsiasi momento sia il livello di umidità che la temperatura del locale, così che il potenziale delle piante possa essere massimizzato. Le pareti interne della stanza dovrebbero essere ricoperte con del materiale riflettente, grazie a cui la luce può essere diretta verso le piante in maniera più efficace: il che permette di ritrovarsi con cime più abbondanti e raccolti più potenti. I rivestimenti con pareti riflettenti, in sostanza, permettono di incrementare la potenza delle luci pur non dovendo spendere di più per l’elettricità.