Criminalità e vandalismi a Fiumicino e Fregene: in queste ultime settimane se ne è parlato tanto, a causa dei ripetuti episodi che hanno caratterizzato l’estate e che hanno suscitato un senso di paura nei residenti e nei villeggianti abituali, tanto da spingerli – dopo l’aggressione a un 45enne ferito gravemente con una bottigliata alla testa solo per aver chiesto di smettere di fare baccano – a riunirsi in un comitato spontaneo, nato attraverso un gruppo Facebook, finalizzato a sollecitare amministrazione comunale e forze dell’ordine a un maggiore controllo del territorio.
Della situazione attuale parliamo con il Comandante del Commissariato di Fiumicino, il 1° Dirigente della Polizia di Stato Catello Somma.
Ultimamente sembra che la criminalità a Fiumicino e Fregene sia aumentata, o almeno questa è la percezione che hanno i cittadini: le risulta?
“Non parlerei di un aumento della criminalità, bensì delle frequentazioni del territorio, dovuto a molteplici fattori: innanzi tutto la stagione estiva, che fa aumentare in modo fisiologico le presenze, poi il momento particolare che stiamo vivendo, con la mobilità nazionale e i viaggi all’estero drasticamente ridotti, cosa che ha portato molte persone in più a trascorrere le ferie a Fiumicino e Fregene invece che altrove. Questo ha provocato un aumento esponenziale della popolazione stanziale negli ultimi tempi. Ma un altro fattore importante è dato dal fatto che i punti di aggregazione dei giovani, come le discoteche, gli stadi e quant’altro, non sono fruibili come lo erano in passato, pertanto i ragazzi si riversano nelle strade. Questo porta a un aumento della percezione di insicurezza. Possiamo parlare anche di un aumento della microcriminalità, ma non della criminalità comune. Il territorio è molto controllato, lo stiamo monitorando con servizi straordinari e posso dire che tutti gli episodi che si sono succeduti e che hanno creato allarme sono stati ridimensionati e risolti”.
Quindi non si tratta di vera e propria criminalità?
“Credo sia più che altro un aumento di comportamenti incivili, che provocano allarme”.
Ma qual è il livello si sicurezza a Fregene e Fiumicino in questo momento?
“E’ quello che si può trovare in qualsiasi località turistica italiana: si trova tanta gente per la strada, la difficoltà di controllarla è dovuta anche al fatto che ci sono le norme che vietano gli assembramenti. Ovviamente ci sono persone tranquille che vogliono semplicemente passare le vacanze in pace, e ci sono i ragazzi che magari arrivano dalle periferie e vogliono passare la serata in un posto diverso. Abbiamo un’eterogeneità di presenze, ma nel contempo chi viene qui trova anche un territorio molto controllato dalle forze dell’ordine e dalla polizia locale di Fiumicino, con la quale stiamo facendo un lavoro in sinergia per dare sia la sicurezza reale che la percezione di sicurezza al cittadino attraverso la nostra presenza”.
Per quanto riguarda i controlli nei locali cosa può dirci?
“Vengono fatti con una certa regolarità: chiediamo e verifichiamo l’applicazione delle leggi. E’ in gioco la salute collettiva, non solo la violazione di una norma, quindi siamo particolarmente attenti e intransigenti riguardo gli assembramenti nei locali, per evitare che ci siano dei focolai che possano poi ripercuotersi sulla popolazione”.
I cittadini di Fregene hanno molto apprezzato la “risposta” delle forze dell’ordine ai loro appelli, in cui si chiedeva maggiore controllo del territorio. Ma, a parte le “bravate” dei giovani, si registrano fenomeni più gravi, come infiltrazioni mafiose, specialmente dopo tutte le operazioni antimafia condotte a Ostia?
“Non vedo un’infiltrazione così significativa: il monitoraggio sulle attività sospette ce lo abbiamo e la Squadra Mobile è molto attenta alle nostre segnalazioni, ma devo dire che sotto questo punto di vista sul territorio di Fiumicino non ci sono grossi problemi, almeno per quanto riguarda le singole attività commerciali. Resta il fatto che Fiumicino è un territorio complesso, in cui ogni periodo dell’anno ha delle problematiche diverse: l’estate c’è la movida con tutto ciò che ne consegue, mentre d’inverno ci sono i centri commerciali e i reati predatori, che vengono commessi anche nelle case che restano vuote. Quindi il tipo di controllo va completamente rimodulato a seconda della stagione”.
Quindi è questo l’aspetto più preoccupante?
“E’ quello che ha più impatto sul cittadino: la microcriminalità ha impatto diretto e con le nostre attività cerchiamo di offrire quella protezione che il cittadino cerca. Solo attraverso una capillare presenza sul territorio riusciamo a mantenere la percezione di sicurezza del cittadino. Anzi, stiamo cercando di instaurare un contatto diretto, sia con i cittadini che con le associazioni, in modo da intervenire anche per le vie brevi là dove la necessità è maggiore”.