La demolizione definitiva di un veicolo consente di provvedere alla sua rottamazione. Sono due le modalità attraverso le quali si può procedere. La prima prevede la consegna del veicolo alla concessionaria presso la quale si compra una vettura nuova: in questo modo si può beneficiare di uno sconto rottamazione o comunque di un incentivo. La concessionaria, poi, entro i 30 giorni successivi deve fare riferimento al Pubblico Registro Automobilistico per inoltrare la domanda di cancellazione. In alternativa, il proprietario del veicolo lo può portare in un centro di autodemolizioni autorizzato dalla Regione: sarà questo centro a trasmettere al Pra l’istanza di cancellazione del veicolo. Gli impianti per autodemolizioni Roma e nel resto d’Italia devono rispettare le prescrizioni contenute nel Decreto Legislativo numero 22 del 5 febbraio del 1997.
I riferimenti normativi
Il quadro normativo di riferimento, comunque, comprende anche il Decreto Legge numero 111 del 14 ottobre del 2019, relativo agli obblighi che la direttiva 2008/50/CE prevede in materia di qualità dell’aria. Si fa riferimento tra l’altro al cosiddetto Bonus mobilità che è concepito per l’acquisto di biciclette, tradizionali e a pedalata assistita, e di abbonamenti a mezzi di trasporto pubblici, anche per persone conviventi, da parte di chi vive in uno dei Comuni sotto procedura di infrazione da parte della Ue per la qualità dell’aria. Tale decreto prevede che nel caso di una rottamazione di motocicli fino a Euro 2 (a 2 tempi, fino a Euro 3) si può usufruire di un bonus di 500 euro entro il mese di dicembre del prossimo anno; nel caso di una rottamazione di auto fino a Euro 3, invece, si può usufruire di un bonus di 1.500 euro, sempre entro il mese di dicembre del prossimo anno.
Quanto si spende per far rottamare un veicolo
Per la rottamazione di un’auto sono previsti alcuni costi fissi: oltre ai 13 euro e 50 centesimi di emolumenti Aci, infatti, c’è da considerare l’imposta di bollo, che può essere di 32 o di 48 euro a seconda che come nota di presentazione vengano usati il CdP o il modello NP3C.
Il fermo amministrativo
In via generale, non può essere sottoposto a rottamazione alcun veicolo che si trovi in uno stato di fermo amministrativo. Ciò è sempre vero a meno che il veicolo in questione non sia più idoneo alla circolazione. In questa eventualità si può concedere la demolizione se al veicolo mancano delle componenti indispensabili per la circolazione, come le gomme o il motore, oppure se esso è stato incidentato o incendiato e ha subìto danni gravi in seguito a tali eventi.
Come comportarsi in caso di fermo
Vale la pena di sapere che il fermo non rappresenta un ostacolo rispetto alla compravendita; tuttavia il veicolo non può essere usato da una eventuale parte acquirente fino a quando esso è sottoposto alla misura cautelare. Nel caso in cui la parte acquirente non venga messa nelle condizioni di conoscere l’esistenza della misura cautelare, può ottenere non solo la restituzione del denaro già versato, ma anche il risarcimento del danno.
Il certificato di rottamazione
Il centro di raccolta a cui si consegna il veicolo da demolire rilascia il certificato di rottamazione. Su questo documento devono essere riportate l’ora e la data in cui il concessionario ha preso in carico il veicolo. Vanno specificati, inoltre, il nome e l’indirizzo dello stabilimento che rilascia il certificato, con il suo numero di registrazione, e il nome e l’indirizzo dell’autorità competente che a sua volta ha concesso a tale stabilimento l’autorizzazione a operare. Infine, devono essere specificati il modello e la marca del veicolo.