Uno spettro si aggira tra le spiagge di Fiumicino. E’ lo spettro della pandemia tornato alla ribalta in questi giorni con la chiusura del noto locale Indispensa, dove un dipendente di origine bengalese era risultato positivo al Covid-19.
Ma ad attendere i bagnanti che già affollavano le spiagge alle 9 del mattino, oggi una nuova sorpresa. Uno dei chioschi più noti del Lungomare, lo Spuma, è stato chiuso.
“Chiuso per Covid” – dichiara un dipendente dell’attiguo bagno Queen Mary confermando indiscrezioni e sospetti che trapelavano fin dalle prime ore del mattino.
La conferma arriva dal sito della Regione Lazio. “Unità di Crisi della Regione Lazio: la Asl Roma 3 dispone la chiusura di un secondo ristorante a causa della positività del titolare di entrambi i locali”.
Tra i vari rumors la notizia che anche in quel punto di ristoro – uno dei pochi che costellano questo tratto di spiaggia – aveva lavorato il personale in forze presso il noto bistrot accanto agli uffici comunali, ma a quanto pare la persona positiva è il titolare del ristorante. Oltre ovviamente al bengalese.
Emerge, attraverso le indiscrezioni, che i locali appena citati sarebbero da collegare all’Assessore ai Lavori Pubblici e manutenzione Urbana di Fiumicino Angelo Caroccia (PD) alla sua famiglia. Potrebbe mai mancare la fatidica ciliegina sulla torta a questo punto? Naturalmente no. C’è anche quella. E riguardano alcuni permessi che sembrerebbero non esserci per l’avvio dell’attività.
Già nell’aprile del 2013 Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto apposero i sigilli ad uno degli stabilimenti allora più quotati della zona, l’«Alta Marea Beach» di Focene, del quale il Caroccia risultò essere proprietario al 40%. Mentre scattiamo foto sul posto, passa a velocità ridotta una pattuglia di Carabinieri. Sosta per una manciata di secondi di fronte al casotto “incriminato” e riprende il suo giro.
Emblema, in un momento tanto critico per il turismo, di una stagione improntata, più che al relax, all’inquietudine e alla tensione su questo tratto di Litorale.
Immediata arriva la smentita da parte dell’assessore Caroccia riguardo la proprietà – o meglio la gestione – del locale chiuso oggi.
“Il locale in cui si svolge l’attività “Spuma” è da quattro anni in gestione ad una società non riconducibile in alcun modo né a me né alla mia famiglia. La gestione è in essere in base a regolare contratto. Né io né la mia famiglia ci occupiamo in alcun modo dell’attività in questione, né per quanto riguarda i permessi né per qualsiasi altro aspetto. Ogni allusione a favoritismi o simili in virtù del mio incarico di assessore è da ritenersi totalmente falsa e priva di ogni fondamento”.
Specifichiamo, per onore di cronaca, che la proprietà è a nome della moglie dell’assessore, come lui stesso ha ammesso. Quindi quanto da noi scritto, ovvero che i locali sono riconducibili alla sua famiglia, non è errato. “Spuma” è stato dato in gestione a una società esterna che li gestisce da alcuni anni e che ha curato la richiesta di permessi per aprire.