Il 24 giugno scorso si è svolta al Tar un’importante udienza nel corso della quale il Comune ha sbloccato la situazione nel contenzioso sorto tra l’Ente e gli eredi dell’Artista Giacomo Manzù. I due figli avevano incaricato un legale per chiedere ai giudici amministrativi di pronunciarsi e accertare l’obbligo dell’amministrazione di Ardea «di provvedere sulla procedura avviata il 23 maggio 2019 avente a oggetto l’autorizzazione per la cremazione dei resti mortali del defunto padre Giacomo Manzoni, noto come Maestro Giacomo Manzù, presso il crematorio del cimitero comunale di San Benedetto del Tronto e l’autorizzazione al trasporto del feretro nel detto Comune nonché alla successiva traslazione delle ceneri nel Comune di Aprilia».
Nei documenti si citava anche il nulla osta rilasciato dal polo museale del Lazio, gestore del museo Manzù, per la traslazione della salma «considerate le volontà testamentarie dei defunti», si leggeva nella nota datata 15 aprile 2019 della direttrice del Polo. Non solo. I due figli di Manzù, inoltre, chiedevano al Comune di Ardea un risarcimento per le spese già sostenute per incaricare un’agenzia di servizi per l’avvio della procedura autorizzativa presso il Comune, nonché per la programmazione operativa per l’estumulazione e traslazione della salma. Il conto presentato era salato: quasi 50mila euro.
Il Comune invia una lettera al Tar
Il Sindaco Savarese adesso però, in qualità di Pubblico Ufficiale di Governo di Stato Civile, insieme al Segretario Generale e al Responsabile dello Stato Civile, ha firmato un documento nel quale il Comune si dichiara incompatibile con la richiesta di estumulazione e cremazione del corpo di Manzù dalla sua tomba, situata nel giardino del Polo Museale sito sotto la Rocca lungo la Via Laurentina dove Manzù giace precisamente dal 22 maggio 1992.
«Cade così la richiesta fatta dalla famiglia – scrive Savarese – che ora dovrà, qualora lo ritenesse necessario, ricorrere in Tribunale ma per altre motivazioni non per quelle con il quale è stato citato il Comune di Ardea». Nel documento si legge: «L’istanza non trova riscontro in nessuno dei punti previsti dalla legge 130 del 2001 in materia di cremazione e dispersione delle ceneri ed impedisce allo Stato Civile del Comune di Ardea di poter adempiere a quanto richiesto».
L’ufficio dello stato civile di Ardea rilevava, inoltre, “che nella documentazione presentata da Giulia Manzoni viene citato un testamento del maestro Manzù, in parte olografo, in parte scritto di proprio pugno dall’avvocato Manuela Silvestri, notaio in Roma, nel testo del quale non appare nessuna delle quattro ipotesi di autorizzazione alla cremazione previste dalla legge”. Pertanto chiedeva, un anno fa, agli eredi Manzoni “di integrare la documentazione” salvo poi firmare il “diniego giustificato dall’art. 95 comma 1 del DPR 396/2000” precisando “che la parte istante, in ragione del rigetto, potrà ricorrere al tribunale di Velletri il quale potrà promulgare un provvedimento nella forma del decreto, dell’ordinanza o della sentenza per imporre ex lege quanto richiesto da Giulia Manzoni.”
«Questo era quello che volevamo un anno fa – esulta il Comitato Pace Per Manzù attraverso il portavoce Giusué Aulette – adesso Giacomo riposerà, per sempre, in pace ad Ardea». Il Comitato si è battuto strenuamente in questi mesi per far sì che la salma dell’Artista non lasciasse Ardea, come peraltro sempre dichiarato anche dalla moglie di Manzù Inge Schabel. In questi mesi il Comitato per Manzù ha raccolto in questi mesi circa 20 mila firme attraverso una una petizione al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per «lasciare riposare in pace Giacomo Manzù ad Ardea.