“Strisce nuove su manto stradale vecchio pieno di buche e mucchi di sabbia sui margini della strada e sull’unico marciapiede del litorale. Quindi per deduzione il litorale non verrà più asfaltato. Chissà quanti anni ancora dovremo continuare a circolare su questa strada totalmente dissestata con buche e avvallamenti, che quando piove ci costringe ancora a camminare sul marciapiede con la strada allagata come un torrente in piena, mentre il continuo spostamento dell’acqua provocato dalle auto bagnano senza rispetto i poveri cittadini che sono costretti a percorrerla quotidianamente per prendere il Cotral, aspettando poi alla fermata anch’essa allagata”.
Questo lo sfogo di Michele Di Stefano, presidente dell’Associazione di Volontariato “RivalutiAmo Marina di Ardea-OdV”, dopo aver visto che sono state ridipinte le strisce pedonali sul lungomare degli Ardeatini senza però aver prima dato almeno una sommaria sistemata al manto stradale.
“La mia non è polemica – rivela ai nostri microfoni Di Stefano – anche se sono stufo dell’assenza dell’amministrazione comunale e del sindaco riguardo ai problemi che abbiamo sul litorale di Ardea. Rendo pubbliche le immagini della situazione in cui versiamo per sensibilizzare non solo i cittadini, ma anche i nostri amministratori”.
“Io ho votato questo sindaco – prosegue il presidente dell’Associazione di Volontariato “RivalutiAmo Marina di Ardea-OdV”. – ma adesso devo riconoscere che è totalmente assente rispetto ai problemi che noi cittadini viviamo. Parlando dell’argomento attuale, ovvero delle strisce pedonali disegnate sull’asfalto disastrato, vorrei capire una cosa: questo lavoro avrà avuto un costo? Perché “sprecare” dei soldi, quando lì sarebbe stato necessario prima fare dei lavori indispensabili? Ci sono delle buche che rendono la strada come quella non del terzo, ma addirittura del quarto mondo: non appena piove ci sono degli allagamenti assurdi, non si riesce proprio ad attraversare o ad andare alle fermate dei bus, quindi queste strisce pedonali le vedo come una presa in giro. Sarebbe stato molto più utile fare prima dei lavori di ripristino, per poi disegnare le strisce”.
Cosa vuole dire al sindaco?
“Che deve essere più ‘raggiungibile’. Io non voglio parlare bene del precedente sindaco e male di quello attuale, però devo riconoscere che Di Fiori era disponibile al dialogo, ogni volta che volevo parlare di problemi del territorio mi riceveva e ne discutevamo. Questo è il ‘rimprovero’ che faccio a Savarese: l’assenza e la mancanza di dialogo. Questa sua latitanza sta logorando il rapporto di fiducia con i cittadini. Vorremmo parlare di pista ciclopedonale, degli allagamenti, della sabbia che invade la sede stradale rendendo pericoloso il transito alle auto… invece niente. Io ho creduto di poter fare qualcosa di buono, ho creduto di poter vivere in un posto che poteva migliorare, ma qui siamo in un posto dove – grazie al fatto che manca anche l’illuminazione pubblica, come in via Forlì – ci ritroviamo le discariche di materiale pericoloso, oltre a tutti gli altri problemi che ho già elencato e a tutti gli altri di cui non ho parlato”.