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Zagarolo, i perché dell’ addio di Marco Bonini dalla Giunta Piazzai

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Riceviamo e pubblichiamo

È venuto meno il principio civico e iniziavano i giochi di apparato della sinistra

 

Ho atteso la fine dell’emergenza sanitaria per rispetto verso la mia città e i miei concittadini per rispondere alle insinuazioni e alle falsità che da giorni, se non da mesi, circolano a Zagarolo e sui social riguardo le mie dimissioni date a fine gennaio da Assessore ai Lavori Pubblici. Accuse che voglio rispedire ai mittenti, ai quei pochi che si trincerano dietro profili falsi o appartengono ad esperienze amministrative passate e che oggi provano a delegittimare una scelta presa con serietà, onestà e coerenza.

 

Non ci sto ad essere tirato per la giacchetta e voglio cogliere questa occasione per informare i cittadini sulla verità dei fatti e spiegare una volta per tutte ai miei detrattori le ragioni della mia scelta. Lo faccio come sono sempre stato abituato da quando ho iniziato a fare politica, mettendoci la faccia.

 

Sono uno a cui non piacciono le polemiche e che preferisce i fatti alle chiacchiere che creano spesso solo disinformazione.

 

Deve essere chiaro innanzitutto che cinque anni fa accettai di partecipare alla coalizione Piazzai solo perché era a forte carattere civico e soprattutto perché la situazione amministrativa della città era drammatica e disastrosa a causa del malgoverno delle amministrazioni di centro sinistra che da sempre amministrano questo territorio. Nelle situazioni critiche la responsabilità impone di porre da parte le preferenze e gli ideali personali per mettersi al servizio della collettività perciò decisi di far parte di quel progetto civico, senza rinnegare la mia storia personale da uomo di centro destra.

 

Ho dato le mie dimissioni proprio in ragione dell’immobilismo del resto dell’amministrazione sui temi fondamentali per città. Inoltre i presupposti di quella collaborazione iniziale sono venuti meno quando, con l’avvicinarsi delle amministrative 2020, il PD è venuto a chiedermi di partecipare alle primarie di coalizione per scegliere il futuro candidato sindaco di sinistra. In quello stesso momento si è conclusa la mia esperienza in Giunta per tre semplici motivi.

 

Uno: io sono un uomo di centrodestra e nelle primarie di centrosinistra sono come un pesce fuor d’acqua. Due: la mia appartenenza alla Giunta Piazzai era sorretta da un principio civico che è caduto nel momento stesso in cui mi è stato chiesto di partecipare alle primarie e quindi spostarmi a sinistra. Terza e ultima ragione: 5 anni fa la coalizione si è formata partendo dalle idee per Zagarolo, le primarie invece impongono di partire dai nomi e chi mi conosce sa bene che non è questa l’idea che ho della politica.

 

Ridurre la politica ad una lotta tra tifoserie è una abitudine che fa male, in primis alla città.

 

Zagarolo ha bisogno di un segnale di discontinuità e di un cambiamento vero. Oggi non possiamo prenderci il lusso di perdere altro tempo dietro alle chiacchiere, alle lotte nel Pd per aggiudicarsi la

 

poltrona, a primarie che altro non sono che i soliti raggiri di potere della sinistra per selezionare il suo candidato di apparato. La priorità deve essere Zagarolo.

 

Rivendico tutta l’attività svolta in qualità di Assessore. Si poteva e si doveva fare di più e meglio, questo i cittadini lo sanno bene. Ci saranno molte occasioni per spiegare agli zagarolesi il perché. I prossimi mesi saranno decisivi per dimostrare che si può guardare avanti con ottimismo mettendosi alle spalle le amministrazioni targate PD e cambiare finalmente marcia. Ora è tempo di guardare al futuro ed è proprio per questo che, insieme alle migliori energie della città, continuiamo a lavorare per pensare e progettare una Zagarolo diversa.

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