Dopotutto era solo un cane. Era solo un “maremmano”, uno dei tanti, un invisibile. Come decine, centinaia di altri maremmani che vagano per le campagne laziali. Negletti, abbandonati a se stessi, malnutriti, malati. E chi più ne ha, più ne metta. Vittime designate – a giudicare dai ripetuti fatti di cronaca che siamo costretti a registrare – dell’umana crudeltà o “disattenzione”.
A lui – senza neanche un nome, come sottolineano le Guardie Ecozoofile del Nucleo di Cerveteri che lo hanno soccorso – è andata peggio. Mentre girovagava spaesato sull’Aurelia all’altezza di via Castel Campanile, nei pressi di Palidoro, una navetta del Cotral lo ha preso in pieno. Un colpo così violento da far rientrare la parte anteriore del mezzo.
Il conducente non si è sottratto alle sue responsabilità. Si è fermato ed ha chiamato i soccorsi, purtroppo nonostante il recupero e la corsa in clinica nei giorni seguenti si è visto che aveva gli organi interni irrimediabilmente danneggiati e due vertebre rotte che non gli permettevano di muoversi.
Così i medici hanno deciso di addormentarlo.
Chi lo avrebbe mai detto che ci avrebbe lasciato? Tutti eravamo ronti a scommettere che ce l’avrebbe fatta.
La sua bella figura, maestosa, dignitosa come solo un pastore sa essere, spicca tra l’erba verde nella foto postata un paio di giorni fa dagli agenti. La sua aria mansueta, lo sguardo basso ma fiducioso, avevano fatto ben sperare. Tutti avevamo tifato per Nuvola. Così ha deciso di battezzarlo una delle utenti della pagina Facebook perché non restasse un “senza nome”, un invisibile anche al di là del “ponte”.
“Purtroppo non c’è stato nulla da fare commenta tristemente una guardia – ha riportato troppe lesioni interne nell’incidente con l’autobus e l’unico sollievo per lui è stata una fine lieve, priva di ulteriori sofferenze”.
Riposa in pace, Nuvola tra le nuvole di questo cielo di giugno limpido e mite. Proprio come te. E veglia da lassù sui tuoi fratelli “invisibili”.
Rosanna Sabella