Concessioni demaniali a Torvaianica decadute per morosità, il Comune di Pomezia va avanti senza ripensamenti. “Precisiamo che il fatto che il fatto che il provvedimento sia arrivato a fine maggio è una pura casualità – esordisce il sindaco Adriano Zuccalà – in quanto l’iter sarebbe dovuto partire, e di conseguenza concludersi, molto prima. Stiamo parlando di canoni non pagati all’Agenzia del Demanio in media per 8-10 anni”. Dopo questa premessa, il Primo Cittadino ha voluto spiegare, attraverso una cronistoria, i passaggi che hanno portato alla decadenza di 9 concessioni marittime sul litorale pometino. Di queste – va specificato – solo 4 sono stabilimenti balneari in attività, mentre 2 sono strutture ormai chiuse e inutilizzate da tempo (Il Piccolo Porto e l’area demaniale dell’ecomostro di piazza Ungheria) e le restanti sono invece strutture ricettive (ristoranti/bar).
Ma si poteva attendere fino a settembre, in modo da poter usufruire delle spiagge per questa estate?
“Il problema è sorto a causa del Covid-19. Se non ci fossero stati i rallentamenti dovuti al lockdown le procedure sarebbero state molto più veloci e si sarebbe arrivati all’inizio della stagione estiva già con l’affidamento delle spiagge a nuovi concessionari, magari solo con qualche giorno di ritardo – spiega il sindaco – Purtroppo la pandemia ha bloccato tutto e ci siamo trovati in questa situazione. Stiamo studiando il modo di utilizzare la parte di arenile non in concessione, quella più vicina alla riva, per poter recuperare spazio per i cittadini”, spiega il sindaco.
La parte in concessione dovrà essere vigilata per tutta l’estate dagli ex concessionari nonostante non possano utilizzarla per lavorare?
“Sì, in quanto sono stati nominati custodi dei beni. Non sappiamo per quanto tempo: potrebbe trattarsi di 15 giorni così come di qualche mese, dipende da quanto si impiegherà per terminare la procedura di acquisizione e di riassegnazione”.
I concessionari, ormai ex, hanno tenuto a precisare di non avere debiti con la comunità pometina, ma con il Demanio.
“Non ci sono differenze: il Comune in questo caso rappresenta lo Stato e sta agendo per conto dell’Agenzia del Demanio, in modo legale: qui si parla di mancati pagamenti tra i 400 e i 500 mila euro, non era possibile aspettare oltre”.
Il sindaco conclude le spiegazioni lanciando una frecciata. “Non vogliamo di certo vantarci di aver eseguito un atto dovuto, ma non possiamo sottostare a dichiarazioni che offendono il lavoro svolto nel pieno rispetto della legge. Abbiamo semplicemente fatto quello che doveva essere fatto molto prima”.
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LA CRONISTORIA
I procedimenti di decadenza delle 9 concessioni in oggetto sono stati avviati in un lasso di tempo che va da agosto 2018 a marzo 2020. Alle relative società è stato concesso il termine di 30 giorni per eventuali osservazioni che, nella maggior parte dei casi, non sono arrivate. In data 10 marzo 2020 il dirigente ha provveduto a dichiarare le concessioni decadute per omesso pagamento del canone. Il procedimento è stato avviato per le concessioni demaniali che dal 2007 ad oggi hanno versato 0 o una minima parte del dovuto. Le morosità, diverse per ciascun concessionario, vanno dai 400 agli 800mila euro (canone annuo + 15% di imposta regionale). L’ispezione del Ministero dell’Economia e delle Finanze eseguita a dicembre 2018 sulle concessioni del nostro litorale relative al periodo 2012/2017 ha rilevato un importo non riscosso su Pomezia di circa 3 milioni di euro.
L’Amministrazione comunale, che ha la delega dell’Agenzia del Demanio sui compiti e le funzioni amministrative in materia di gestione dei beni demaniali marittimi con finalità turistico-ricreative, ha sollecitato più volte gli ex concessionari sulla regolarizzazione della loro posizione, anche al fine di salvaguardare il settore turistico e balneare del litorale. Inoltre l’Ente, nella persona del Sindaco, si è fatto portavoce con gli Enti superiori per un’eventuale rateizzazione delle somme dovute, ma tale formula non è stata accolta dall’Agenzia del Demanio in quanto la morosità è risultata sistematica e protratta nel tempo. L’Amministrazione comunale era al lavoro per mettere a bando le concessioni decadute prima dell’inizio della stagione, ma l’emergenza Covid-19 ha arrestato il procedimento. Il 26 maggio 2020, in vista dell’avvio della stagione balneare, viene emessa ordinanza sindacale con l’interdizione al pubblico delle 9 aree demaniali oggetto di decadenza.
LE SENTENZE
L’operato dell’Amministrazione è stato giudicato legittimo e doveroso anche dal TAR, in due casi distinti. Nello specifico, ricorso contro il Comune per l’annullamento della determina dirigenziale di decadimento della concessione e dell’ordinanza di demolizione delle superfici abusive (spogliatoi, locale pronto soccorso, ripostiglio e 13 cabine). Mancato pagamento dei canoni degli anni pregressi. La sentenze affermano che i ricorsi non meritano accoglimento e che il provvedimento con il quale l’amministrazione ha disposto la decadenza della concessione demaniale marittima reca a proprio fondamento giustificativi plurimi, dall’inadempimento reiterato dell’obbligo di pagamento del canone (ad es. parziali o mancati) per somme superiori ai 400mila euro, fino agli abusi edilizi. Il giudice ha quindi rigettato i ricorsi sostenendo che non emergono né carenze sul piano dell’istruttoria né lacune sul piano motivazionale, sicché gli atti risultano legittimamente e doverosamente adottati dall’amministrazione.
LA REAZIONE
“Non finirà di certo così – sostiene Cinzia Cavolini dello stabilimento Port Royal – da parte nostra ci saranno delle reazioni. Noi siamo dalla parte della ragione e lo dimostreremo. A questo punto per noi è guerra. Ci sentiamo presi in giro e offesi: siamo stati chiamati oggi, poco prima dei giornalisti, il Sindaco ha fatto finta di sentire le nostre ragioni, ma in realtà aveva già pronto il comunicato stampa che stroncava ogni nostra speranza: perché non ce lo ha detto?