La denuncia arriva direttamente dai Cobas che specificano: «La mancanza dei dispositivi di protezione individuale si registra da inizio emergenza sanitaria in tutta l’azienda, ma nelle ultime due settimane è più frequente in alcune sedi aziendali della città: a Settecamini, Case Rosse, San Basilio, Torraccia, Casal Monastero, Rebibbia e Casal de’ Pazzi tanto da non permettere l’uscita in strada degli operatori di queste zone».
Oltre alle mascherine facciali, manca anche il vestiario estivo fanno sapere dal sindacato che aggiunge: «Per coscienza alcuni operatori nei giorni passati hanno effettuato il servizio con le divise invernali, ma viste le alte temperature sopraggiunte, questa opzione è stata abbandonata. La dirigenza di AMA deve assumersi la responsabilità di quanto sta accadendo: non si possono lasciare per settimane i lavoratori senza i dispositivi di protezione individuale con un danno che si ripercuote sull’intero servizio di raccolta».
Anche il Campidoglio, concludono i Cobas, deve decidere definitivamente che politica adottare: «Non può legittimare le scelte di questa dirigenza aziendale che non ha ancora approvato alcun Bilancio economico, smonta la raccolta porta a porta nei quartieri Colli Aniene, Torrino e Mezzocammino senza alcun Piano Industriale, lascia i lavoratori senza DPI mentre continua a ripetere che è tutto a posto».